Carla Bruni

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Ho assaggiato la morte, ora vivo di gratitudine

La musica mi cura l'ansia

di Silvia Fumarola

Sensibile, spiritosa, anticonformista. Carla Bruni, 56 anni, ex top model ex première dame di Francia, cantautrice, ride quando la definiscono «algida» o «snob». Racconta la sua vita, dalle scelte alla malattia, con intensità e leggerezza. Due figli, Aurélien, 22 anni, avuto con il filosofo Raphael Enthoven, e Giulia, 12, nata dal legame con Nicolas Sarkozy, è stupita dall'eco dell'intervista a Belve. «Ha avuto successo, se ne è parlato tanto».

Sarà ospite il 5 luglio al Festival di Spoleto, per un concerto al Teatro Romano.

«Non ci sono mai stata», racconta «ma i miei genitori ci venivano sempre, mio padre era compositore. Spoleto fin da piccola risuonava nelle mie orecchie. È una novità ma è come se fosse scritto nella memoria. Mia madre vuole venire: "Con te sarà una bellissima esperienza"».

Cosa le dà la musica?

«Molto, ed è anche il mio mestiere. Dal punto di vista umano è un rifugio, risolve l'ansia... Da compositrice e da melomane, mi fa stare bene».

Ha avuto il privilegio di scegliere: da ragazzina cosa sognava di fare?

«Sognavo la musica, ero infantile e solitaria, per me la solitudine non è una ferita. Mi piace leggere, scrivere, suonare. Sarebbe bello avere 18 anni: la band nel garage, quando senti l'energia, l'urgenza, quella cosa lì, disperata e piena di speranza. Invece ho 56 anni, scrivo sola, seduta alla scrivania, con una tazza di tè verde».

Non pensa che "quella cosa disperata e piena di speranza" alla fine resti dentro?

«Ha ragione. Si sceglie dove mettere l'energia, spesso da giovane ti scappa, ora siamo giovani grandi».

Le pesa l'età?

«Uhm, un po'. Mia mamma, che ha 94 anni, dice: "Se solo avessi 60 anni: una è ancora giovanissima, puoi ballare di notte, far l'amore di mattina". Se ci riflette, è così».

Dopo "Belve" vi siete chiarite, ha parlato con sua sorella Valeria?

«Io e mia sorella non facciamo niente relegato al pubblico. Come attrice è meravigliosa, come regista ha uno stile unico. La questione è: a chi appartengono le storie? A tutti, anche se il suo talento lo vedo ancora di più, quando racconta cose estranee alla famiglia. Sa come la penso, e con le mie sorelle, anche Consuelo (figlia del padre naturale di Carla, Maurizio Remmert) parliamo sempre. C'è distanza geografica ma le nostre anime sono vicine».

Immaginava che l'intervista avrebbe avuto tanta eco?

«No, è pazzesco. Francesca Fagnani è bravissima, vitale. Non vado in tv, ho paura e non mi piace riguardarmi. Un'amica mi disse: "Dai riguardati da David Letterman". Non so se sia un problema di narcisismo, ma mi faccio schifo, mi giudico: "Che aria stupida, come ti sei vestita?". Sono separata dalla mia immagine».

Strano detto da un'ex modella.

«Quello è il punto. Quando la metti liscia, una foto di Richard Avedon, va bene. In tv non mi riconosco: una parla, si muove, cambia. Mi rivedo e mi scoraggio. La battuta spiritosa che volevi dire ti viene il giorno dopo».

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