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Anselm Kiefer firma il manifesto della 65ma edizione del Festival dei Due Mondi

data di pubblicazione:
11/4/2022
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Nato in Germania nei giorni della caduta del Terzo Reich, Kiefer ha fatto irruzione sulla scena artistica tedesca nel 1969 con una serie particolarmente controversa di opere dedicate alla Seconda guerra mondiale, capaci di ridestare dall’amnesia collettiva che imperversava in Germania in quel periodo.

Nel corso della sua opera si è confrontato con i grandi temi della storia, del mito e della memoria, affrontandone anche gli aspetti più dolorosi ed esprimendo ogni volta il rifiuto per il limite, non solo nella sua monumentalità e nella potenza della sua materialità, ma anche nell’infinita ricchezza di risorse con le quali sonda le profondità della memoria e del passato.

Innestando la propria pratica nel filone nazionale dell’espressionismo tedesco e nella tradizione della sensibilità romantica dei nordici ottocenteschi, Kiefer, nei suoi lavori, allude frequentemente alla ricerca di una verità poetica, consapevole del valore trascendente dell’arte.

Mescolando il colore con cenere, lacca e altri materiali – fino a sfiorare l’impatto visivo di un altorilievo – l’artista si rifà alla pratica alchemica quale processo di possibile comprensione del reale. Ciascuna opera evoca in sé la propria storia esibendo, al contempo, sia il decadimento dei materiali impiegati, sia un processo di rigenerazione rappresentato dall’uso di elementi naturali quali semi, fiori, o erba essiccata.

«Soltanto nell’arte ho fede» commenta Kiefer «senza di essa sono perduto. Tutto il resto non è che pura illusione».