Lucrezia Borgia è la figura più sciagurata tra le donne nella storia moderna.
“È forse tale perché fu la più colpevole? Ovvero le tocca soltanto portare il peso di un’esecrazione che il mondo per errore le ha inflitto?".
Questa la domanda che Ferdinand Gregorovius pone all’inizio della sua monografia su Lucrezia (1480-1519). Victor Hugo la rappresentò come un mostro morale e come tale ne ha diffuso l’immagine nei teatri d’Europa. Geneviève Chastenet, al contrario, ne ha quasi fatto un’eroina vittima al più delle circostanze e dell’esecranda famiglia nella quale era venuta al mondo.
Principessa di Salerno, Governatrice del ducato di Spoleto, Reggente dello Stato della Chiesa, Reggente del ducato di Ferrara, Lucrezia è una delle donne più controverse e più affascinanti del Rinascimento italiano ed europeo. Una vita di per sé romanzesca, va insieme a una galleria di personaggi grandiosi: da suo padre papa Alessandro VI a suo fratello Cesare duca di Valentinois (il Valentino) trasfigurato nel Principe di Niccolò Machiavelli.
Eccessi sessuali, delitti, arbìtri civili ed ecclesiastici, sbalzano al vivo una società che stava cambiando il mondo e la sua rappresentazione.