Gira il tuo Smartphone
(o allarga la finestra del tuo browser)
Turn your Smartphone
(or enlarge your browser window)
Logo new website Molteni Vernici
68

Rufus Wainwright

Hadrian

A Grand Opera in 4 Acts

Biglietti: da 20€ a 80€ | première da 25€ a 100€
Acquista
Tickets
Acquista
prenota
da
Friday
27
June
2025
ore
20:30
da
Sunday
29
June
2025
ore
15:30
a
Sunday
29
June
Ore
15:30
da
2025
ore
da
2025
ore
da
2025
ore
da
2025
ore
Durata: 180 min con intervallo
Opera

Hadrian

Sinossi

Introduzione all'opera

di Daniel MacIvor

Hadrian racconta gli eventi dell’ultimo giorno di vita dell’imperatore romano che governò dal 117 al 138 d.C. Adriano è noto soprattutto per la costruzione del muro in Britannia che porta il suo nome e per il suo conflitto con la Giudea contro l’ascesa del monoteismo. Tuttavia è per lo più sconosciuto per quella che potrebbe essere la sua più grande eredità: l'aver vissuto apertamente il suo profondo, incrollabile amore per un altro uomo, Antinoo. Sebbene nell'aristocrazia romana dell’epoca le relazioni omoerotiche fossero accettate, queste erano tollerate solo all’interno di un rapporto gerarchico tra un uomo adulto e un giovane di rango inferiore, spesso uno schiavo. Antinoo, invece, era un uomo libero e troppo maturo per rientrare in tale schema, e ciò che più turbava la corte di Adriano era il fatto che l’imperatore non solo lo amasse, ma lo trattasse come un suo pari. Il loro incontro avvenne in Grecia, durante un viaggio imperiale che li avrebbe legati per sei anni, un lungo pellegrinaggio attraverso l’Impero. Ma alla vigilia di un futuro sereno, nella splendida villa di Adriano a Tibur, la loro storia fu spezzata da una tragedia: Antinoo morì in circostanze misteriose, annegando nel Nilo. Nella nostra opera, offriamo una possibile spiegazione della sua morte e delle scelte politiche di Adriano. Diamo voce al suo dolore incolmabile e celebriamo il suo amore per Antinoo come una delle più grandi storie d’amore di tutti i tempi.

Il dolore e l'eredità dell'amore

di Jörn Weisbrodt

Due mondi sembrano distanti secoli e separati da estetiche imponenti: il mondo dell’opera, incarnato da Hadrian di Rufus Wainwright, e quello della fotografia di Robert Mapplethorpe. Eppure, a uno sguardo più attento, emergono incroci sorprendenti, legami profondi nei temi trattati e una sovversione delle forme classiche attraverso l’iniezione di una sessualità diversa. Le fotografie di Mapplethorpe, nonostante la loro apparente carica provocatoria, esercitano un fascino irresistibile: il loro linguaggio, al tempo stesso audace e raffinato, si intreccia perfettamente con la vicenda di un imperatore che poteva avere tutto, tranne ciò che desiderava davvero. La sua eredità più grande? L’aver amato.

L’opera di Robert Mapplethorpe è unica nella storia della fotografia. Ha ampliato i confini del mezzo, scuotendo il mondo visivo nel suo insieme, e al contempo ha creato immagini iconiche di straordinaria classicità. I suoi temi, in fondo, sono gli stessi dell’arte classica: amore, morte, desiderio, bellezza, potere. Sono i mattoni del nostro universo emotivo e sessuale, gli stessi corpi celesti che orbitano attorno al sole musicale dell’opera lirica. La musica è la forma più intima di espressione dell’immaterialità delle nostre emozioni, una forza che trattiene ed esplode al tempo stesso. Nell’opera, la voce umana non è solo portatrice di significato, ma anche di sentimento: è la manifestazione più estroversa di uno stato interiore profondamente introspettivo. L’opera non riguarda il sapere, il giusto o lo sbagliato, il progresso o l’apprendimento; parla di sofferenza, tormento, della consapevolezza di ciò per cui vale davvero la pena morire.

Mapplethorpe traduce questi stati emotivi universali attraverso ciò che ha davanti agli occhi, filtrandoli attraverso uno sguardo dichiaratamente omosessuale. I materiali classici come marmo e pittura vengono sostituiti e sublimati dalla gelatina fotografica e dalla pelle. “Vedo le cose come non sono mai state viste prima”, affermava Mapplethorpe.

Hadrian di Rufus Wainwright è un’opera teatrale complessa e potente, popolata da personaggi ricchi di sfumature, che attraversano trasformazioni profonde e toccanti. È scritta nella grande tradizione operistica del XIX e dell’inizio del XX secolo, un’epoca in cui l’opera era la forma d’arte musicale più popolare, tanto che le sue melodie risuonavano per le strade.

L’approccio di Wainwright può apparire tradizionale nella sua fede nel potere del racconto, nell’emozione e nell’opera come “generatrice di sentimenti”. Tuttavia, la sua scelta del soggetto lo rende assolutamente contemporaneo. La lirica ha sempre narrato le più grandi e profonde storie d’amore, rese impossibili dalla società, dalla classe, dall’intrigo, dalla politica o dalla guerra. Da sempre, l’opera esplora l’impatto del mondo esterno sull’anima umana, e al centro di tutto pone l’amore tra due persone, il più potente e al tempo stesso fragile e doloroso dei meccanismi emotivi. Come scrisse George Bernard Shaw: «L’opera è quando un tenore e un soprano vogliono fare l’amore, ma un baritono glielo impedisce.»

Tutte le grandi storie d’amore del repertorio classico sono eterosessuali: Tristano e Isotta, Mimì e Rodolfo, Pelléas et Mélisande, Tosca e Cavaradossi. Rufus Wainwright sovverte questa tradizione e sostituisce il nucleo stesso dell’opera, la dottrina dell’amore come fondamento dell’identità umana, con una storia d’amore omosessuale. Solleva l’amore tra persone dello stesso sesso sullo stesso piedistallo delle grandi storie d’amore eterosessuali, donandogli la stessa cura, la stessa intensità, la stessa grandiosità operistica.

Le ultime parole di Adriano racchiudono il senso di tutto: «In un solo modo sono stato vero, in un solo modo sarò ricordato – questo ultimo respiro, la mia eredità: Egli ha amato».

Crediti

Programma

musica Rufus Wainwright

libretto Daniel MacIvor

edizioni Wise Music London
rappresentante per l’Italia Casa Ricordi, Milano

Malta Philharmonic Orchestra

Coro del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto

direttore Johannes Debus

ideazione, regia e design Jörn Weisbrodt

maestro del coro Mauro Presazzi

assistente del direttore d’orchestra Johann Sebastian Guzman

immagini Robert Mapplethorpe

su gentile concessione della Mapplethorpe Foundation

luci John Torres

progettazione delle proiezioni Michael Worthington

assistente alle proiezioni Cory Siefker

programmazione delle proiezioni James Pomichter

PERSONAGGI E INTERPRETI

Adriano Germán Enrique Alcántara

Plotina Sonia Ganassi

Antinoo Santiago Ballerini

Turbo Christian Federici

Sabina Ambur Braid

Lavia Kristýna Kůstková

Traiano Nicola Di Filippo

Fabio Paolo Mascari

Ermogene Nicolò Lauteri

Dinarco Oronzo D'Urso

Primo Senatore Marco Ciardo

Secondo Senatore Vittorio Di Pietro

Terzo Senatore Alessio Neri

Ragazzo Markos Bindocci

produzione Spoleto Festival dei Due Mondi

La produzione originale è stata resa possibile grazie al generoso sostegno di Ann Ziff, Melony e Adam Lewis, della SHS Foundation e di un donatore anonimo, e prodotta in collaborazione con la Robert Mapplethorpe Foundation. La premiere si è tenuta al Teatro Real di Madrid il 27 luglio 2022.
Tutte le opere di Mapplethorpe sono protette da copyright
© The Robert Mapplethorpe Foundation, Inc. Tutti i diritti riservati.

INFORMAZIONI

Spettacolo in lingua inglese con sopratitoli in italiano e in inglese a cura di Prescott Studio, Firenze.

Nello spettacolo sono presenti immagini di nudo integrale.

Si avvisa che le date e gli orari potranno subire variazioni.
Per aggiornamenti consultare il sito www.festivaldispoleto.com

Date & Biglietti

Biglietti: da 20€ a 80€ | première da 25€ a 100€
INFO BIGLIETTERIA
Fri
27
Jun
2025
ore
20:30
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
Palazzo Due mondi
Sun
29
Jun
2025
ore
15:30
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
Palazzo Due mondi
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
Orari Evento
28 Giugno
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
19:45
20:45
29 Giugno
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
19:45
20:45
30 Giugno
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
19:45
01 Luglio
10:00
11:00
12:00
13:15
14:15
15:30
16:30
17:45
20:30
21:30
02 Luglio
10:00
11:00
12:00
13:15
14:15
17:30
18:30
19:45
20:45
21:45
04 Luglio
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
19:45
20:45
05 Luglio
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
19:45
20:45
06 Luglio
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
19:45
20:45
07 Luglio
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
19:45
20:45
08 Luglio
10:00
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
20:45
21:45
09 Luglio
10:00
11:00
12:00
13:00
14:15
17:30
18:30
19:45
20:45
21:45

Playlist

Immagini

No items found.

Immagini

No items found.

Biografie

Rufus Wainwright

Acclamato dal New York Times per la sua “autentica originalità”, Rufus Wainwright si è affermato come uno dei più grandi cantautori, compositori e interpreti della sua generazione. Nato a New York e cresciuto a Montréal, ha all’attivo dieci album in studio, tre DVD e tre album live, tra cui Rufus Does Judy at Carnegie Hall, nominato ai Grammy. Nel corso della sua carriera ha collaborato con artisti del calibro di Elton John, Burt Bacharach, Miley Cyrus, David Byrne, Boy George, Joni Mitchell, Pet Shop Boys, Heart, Carly Rae Jepsen, Robbie Williams, Jessye Norman, Billy Joel, Paul Simon, Sting e il produttore Mark Ronson, solo per citarne alcuni. Ha inoltre composto due opere liriche e numerosi brani per il cinema e la televisione. Nel 2020 ha pubblicato l’album Unfollow the Rules, nominato ai Grammy, un’opera che lo vede all’apice della sua maturità artistica. Nel 2023 ha intrapreso un viaggio alle radici folk della sua famiglia con Folkocracy, anch’esso nominato ai Grammy, in cui reinterpreta celebri brani folk in duo con artisti del calibro di Chaka Khan, Brandi Carlile, John Legend, Anohni e molti altri. Nel marzo 2024 ha debuttato nel West End con il suo primo musical, un adattamento di Opening Night di John Cassavetes diretto da Ivo van Hove, in scena al Gielgud Theatre. Nello stesso periodo ha completato un Requiem, che ha avuto la sua prima esecuzione con l’Orchestre Philharmonique de la Radio France nel giugno 2024. L’opera è stata co-commissionata da importanti istituzioni internazionali, tra cui il Master Chorale di Los Angeles, il Palau de la Música di Barcellona, la Helsinki Symphony Orchestra, la RTE Orchestra in Irlanda e il Royal Ballet di Londra.

Malta Philharmonic Orchestra

La Malta Philharmonic Orchestra (MPO) è la principale istituzione musicale di Malta. Fondata nell'aprile del 1968, nasce dall’unione dei musicisti della Commander-in-Chief Orchestra della flotta britannica del Mediterraneo con la Manoel Theatre Orchestra. Dopo essere stata l’orchestra residente del Teatru Manoel fino al 1997, ha acquisito autonomia come National Orchestra of Malta, diventando nel 2008 un’orchestra sinfonica a tutti gli effetti, con musicisti maltesi e internazionali. Alla guida della MPO si sono alternati Joseph Sammut, Joseph Vella, John Galea, Michael Laus, Brian Schembri e Sergey Smbatyan. L’attuale direttore residente è Michael Laus. L’orchestra collabora con artisti locali come Joseph Calleja, Simon Schembri, Carmine Lauri e Miriam Gauci, e con musicisti e cantanti internazionali tra cui Ray Chen, Diana Damrau, José Cura, Mikhail Pletnev, Camille Thomas, Gautier Capuçon, Daniel Lozakovich ed Enrico Dindo. Con oltre un concerto a settimana, la MPO si dedica a esecuzioni sinfoniche, opere, progetti educativi e iniziative culturali. Negli ultimi anni ha ampliato la propria presenza digitale con programmi online. Ha suonato in Stati Uniti, Russia, Dubai, Germania, Austria, Cina, Italia, Spagna e Belgio, promuovendo anche la musica maltese attraverso l’esecuzione e la commissione di nuove composizioni. Sostiene inoltre la formazione delle nuove generazioni di musicisti maltesi.

Johannes Debus

Il percorso musicale di Johannes Debus inizia nell’infanzia, quando, ancora bambino, si divertiva a dirigere l’Eroica di Beethoven davanti a uno specchio. Tuttavia, la vera comprensione della direzione d'orchestra arriva a 14 anni, quando assiste a Günter Wand dirigere Bruckner. Affascinato dal potere del gesto e del linguaggio corporeo nel plasmare un’esperienza musicale condivisa, Debus vede la musica come un dialogo vivo tra direttore e orchestra, fondato su fiducia, ascolto e visione. Il suo ruolo, afferma, è quello di creare uno spazio in cui la musica possa emergere in modo naturale e appassionato. La sua carriera professionale inizia nel 1998 alla Oper Frankfurt, dove lavora come maestro collaboratore e Kapellmeister, sviluppando un vasto repertorio. Nel 2009 viene nominato direttore musicale della Canadian Opera Company, contribuendo in modo significativo alla sua crescita e al suo prestigio internazionale. Parallelamente, si dedica con passione alla formazione delle nuove generazioni di musicisti, dirigendo l’accademia orchestrale nordamericana per l’opera a Toronto, guidando la Royal Conservatory Orchestra e tenendo masterclass all’Aspen Music Festival. Direttore ospite molto richiesto, Debus ha collaborato con alcune delle orchestre più prestigiose al mondo, tra cui la Cleveland Orchestra e la Boston Symphony, oltre ad aver diretto l’ORF Radio Symphony Orchestra e la Bayerische Staatsoper. Il suo repertorio abbraccia secoli di musica, da Monteverdi alle opere contemporanee, che considera una porta aperta verso orizzonti sonori inesplorati e senza confini.

Jörn Weisbrodt

Nato ad Amburgo il 26 gennaio 1973, ha studiato regia operistica presso il Conservatorio musicale "Hanns Eisler" di Berlino. È sposato con Rufus Wainwright, di cui gestisce la carriera e produce le opere. Fino al 2016 ha ricoperto il ruolo di consulente artistico del Music Center di Los Angeles, dove ha curato il concerto per il 75° compleanno di Joni Mitchell, poi pubblicato come album e film a livello internazionale. Dal 2012 al 2016 è stato direttore artistico del Luminato Festival di Toronto, commissionando e producendo nuove opere con artisti del calibro di Marina Abramović, Lemi Ponifasio e R. Murray Schafer. In precedenza, Weisbrodt è stato direttore esecutivo di RW Work Ltd., occupandosi della rappresentanza e gestione delle opere di Robert Wilson, nonché direttore del Watermill Center. Ha avuto un ruolo determinante nella produzione di spettacoli come The Life and Death of Marina Abramović e nella tournée mondiale e nella ripresa dell'opera Einstein on the Beach di Robert Wilson e Philip Glass. Dal 2002 al 2007 è stato direttore della produzione artistica della Staatsoper Unter den Linden di Berlino, realizzando spettacoli d'opera contemporanea con artisti come John Bock, Jonathan Meese, Dan Graham, Tony Oursler e Gregor Schneider. Ha inoltre fatto parte della direzione artistica della Staatsoper, collaborando strettamente con il direttore artistico Peter Mussbach e il direttore musicale Daniel Barenboim. Tra i progetti più significativi a cui ha contribuito figurano la prima mondiale della nuova opera Phaedra di Hans Werner Henze, con scenografie di Olafur Eliasson, poi portata in tournée internazionale, e la prima opera europea di Dmitry Cerniakoff al di fuori della Russia. Ha inoltre lavorato alla messa in scena di Tristano e Isotta con il debutto al set design di Herzog & de Meuron e a una nuova opera del compositore francese Pascal Dusapin con il primo allestimento scenico del duo scandinavo Elmgreen & Dragset. Nel 1998 e nel 2000 è stato assistente personale di Robert Wilson, collaborando con prestigiose istituzioni internazionali, tra cui il Metropolitan Opera di New York, il Guggenheim Museum di New York, il Festival di Salisburgo, il Festival d’Automne, il Golden Mask Festival di Mosca e molte altre.

John Torres

Lighting designer di base a New York è attivo nei settori del teatro, fotografia, stampa, mostre e musica dal vivo. Con una formazione accademica in lighting design teatrale, ha collaborato con alcuni tra i più prestigiosi artisti e creativi del panorama internazionale, tra cui il regista Robert Wilson, il fotografo Steven Klein, le coreografe Lucinda Childs e Trisha Brown, oltre a musicisti del calibro di Drake e Solange Knowles. Tra i suoi progetti più recenti e imminenti figurano Tristan und Isolde al Metropolitan Opera di New York, diretto da Yuval Sharon, PIT dei coreografi Bobbi Jene Smith e Or Schraiber per il Balletto dell’Opera di Parigi, il tour It’s All A Blur di Drake, In Service to Whom di Solange Knowles per il Sydney Volume Festival, Danny and the Deep Blue Sea con Aubrey Plaza e Christopher Abbott Off-Broadway, e Who Is Queen? di Adam Pendleton al Hirshhorn Museum di Washington D.C. Nel mondo della moda, Torres ha firmato le luci per clienti di prestigio come Bottega Veneta, Gucci, Michael Kors, Louis Vuitton e Proenza Schouler, contribuendo a creare atmosfere suggestive e indimenticabili per sfilate ed eventi esclusivi.

Robert Mapplethorpe

Nato nel 1946 nel quartiere di Queens, a New York, nel 1963 si iscrive al Pratt Institute di Brooklyn dove studia disegno, pittura e scultura. In questi anni sperimenta diverse tecniche, realizzando collage con materiali misti e immagini ritagliate da libri e riviste. Nel 1970 riceve in regalo una fotocamera Polaroid e inizia a utilizzare i propri scatti per arricchire le sue composizioni. Tuttavia, è nel 1975, grazie al sostegno del suo mentore e mecenate Sam Wagstaff, che la sua carriera prende una svolta decisiva: con una Hasselblad 500 Mapplethorpe inizia a ritrarre il suo universo artistico e sociale, immortalando amici, musicisti, celebrità e figure dell'underground S&M. Negli anni Ottanta, la sua produzione raggiunge una sintesi perfetta tra audacia e classicità, con composizioni stilizzate di nudi maschili e femminili, eleganti nature morte e ritratti intensi. Sperimenta diverse tecniche, tra cui la fotoincisione, le stampe al platino e le stampe a trasferimento di colore. Nel 1986 gli viene diagnosticata l’AIDS, ma continua a lavorare con straordinaria determinazione, accettando incarichi sempre più ambiziosi. Nel 1988, un anno prima della sua scomparsa, il Whitney Museum of American Art gli dedica la sua prima retrospettiva in un museo statunitense, un riconoscimento che suggella la sua importanza nel panorama artistico contemporaneo. Il suo vasto e provocatorio corpus di opere lo ha consacrato come uno dei più importanti artisti del Novecento. Oggi le sue opere sono esposte in gallerie e musei di tutto il mondo, mentre il suo lascito continua a vivere attraverso la Robert Mapplethorpe Foundation che ne preserva la memoria e ne promuove la visione.

Germán Enrique Alcántara

Il baritono argentino Germán Enrique Alcántara ha fatto parte del “Jette Parker” Young Artist Programme della Royal Opera House di Londra, distinguendosi in numerose produzioni. Al Covent Garden ha ottenuto il riconoscimento internazionale nel 2022 interpretando il Conte di Almaviva ne Le nozze di Figaro sotto la direzione di Sir Antonio Pappano, in una produzione trasmessa nei cinema di tutto il mondo. Nel 2024 si è affermato anche come interprete verdiano: in aprile ha registrato Simon Boccanegra nella versione originale del 1857 con l'Orchestra Hallé diretta da Sir Mark Elder; a ottobre ha debuttato il ruolo di Rigoletto con la Welsh National Opera; a novembre Renato in Un ballo in maschera al Teatro Colon di Buenos Aires. Nel 2025 debutterà nei ruoli di Rodrigue in Don Carlos e Giorgio Germont ne La traviata. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti in concorsi internazionali di canto, compresi il terzo premio assoluto ed il premio del pubblico al Concorso “Tenor Viñas” 2021 a Barcellona. I ruoli portati in scena includono Enrico Ashton in Lucia di Lammermoor alla Deutsche Oper di Berlino, Marcello in La bohème alla Welsh National Opera, Don Giovanni alla New Israeli Opera di Tel Aviv ed a San Diego, Belcore ne L’elisir d’amore a Buenos Aires ed alla ROH di Muscat. Fra gli impegni recenti Un ballo in maschera al Teatro Colón di Buenos Aires, Rigoletto con la Welsh National Opera, Albert in Werther in concerto al Klangvokal Festival di Dortmund, Lucia di Lammermoor al Royal Ballet & Opera di Londra.

Sonia Ganassi

Tra i maggiori mezzosoprani della sua generazione, è regolarmente invitata nei più prestigiosi teatri del mondo (Metropolitan di New York, Royal Opera House Covent Garden di Londra, Teatro alla Scala di Milano, Teatro Real di Madrid, Liceu di Barcellona, Bayerische Staatsoper etc.) dove collabora con direttori quali Riccardo Chailly, Riccardo Muti, Myung-Whun Chung, Daniele Gatti, Antonio Pappano, Daniel Barenboim. A seguito dei suoi successi, nel 1999 i critici musicali italiani le assegnano il Premio Abbiati. Tra i numerosi ruoli interpretati – molti dei quali incisi in CD o DVD – si ricordano: Rosina ne’ Il Barbiere di Siviglia, Angelina ne La Cenerentola, Ermione, Elisabetta regina d’Inghilterra, Romeo ne’ I Capuleti e i Montecchi, Adalgisa in Norma, Leonora ne’ La Favorita, Zaide in Dom Sébastien, Giovanna Seymour in Anna Bolena, Elisabetta in Maria Stuarda, Idamante in Idomeneo, Donna Elvira in Don Giovanni, Eboli in Don Carlo, Charlotte in Werther, Carmen, Marguerite in La Damnation de Faust, Fenena in Nabucco, Amneris in Aida, Isoletta ne La Straniera, Cuniza in Oberto Conte di San Bonifacio. All’impegno operistico alterna un’intensa attività concertistica nelle più prestigiose sale da concerto: Stabat Mater di Rossini al Concertegebow di Amsterdam e all’Avery Fisher Hall di New York, al Teatro alla Scala di Milano, il Requiem di Verdi presso la Philharmonie di Berlino e il Teatro alla Scala diretta dal M° Barenboim, presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta dal M° Pappano, al Teatro San Carlo di Napoli diretta dal M° Muti e Parma diretta dal M° Temirkanov. Tra i suoi impegni si ricordano: Roberto Devereux a Madrid Monaco e Genova, Don Carlo a Monaco e Tokyo, Nabucco a Roma e Salisburgo, Oedipus Rex a Parigi, diretta da Daniele Gatti, e all’Accademia di Santa Cecilia di Roma, Aida a Marsiglia, Madrid, Napoli e Macerata, Anna Bolena a Vienna, Norma a Lione, Parigi, Siviglia, Berlino, Carmen a Genova, Maria Stuarda a Verona, Capuleti e Montecchi a Venezia, La Straniera a Berlino, Le Cid a Parigi, Carmen a Genova, Anna Bolena a Vienna, Norma a Parigi e Berlino, Cavalleria rusticana a Dresda, Palermo e Genova, una nuova produzione di Norma a Londra, Anna Bolena a Marsiglia e a Parma, il suo ritorno al Teatro alla Scala di Milano in Anna Bolena, Don Carlo a Marsiglia, La Favorite a Liegi, Fra Diavolo a Roma e Palermo, Roberto Devereux a Parma, Enrico di Borgogna al Festival Donizetti di Bergamo. Recenti e futuri impegni: La fille du régiment a Bari e a Napoli, Il cappello di paglia di Firenze a Genova, Werther a Venezia e Reggio Emilia, La Favorite a Palermo, Macbeth a Cagliari, Mozart Requiem all’Arena di Verona, Cavalleria rusticana a Bologna, Reggio Emilia, Stoccarda, Verona, Dresda e Valencia, la Messa di Requiem di Verdi a Valencia, Stoccarda e Lisbona, Anna Bolena e Beatrice di Tenda a Genova, Adriana Lecouvreur a Parma e Gianni Schicchi a Roma.

Santiago Ballerini

Il tenore argentino-italiano Santiago Ballerini è riconosciuto come uno dei più raffinati interpreti del repertorio belcantistico, acclamato sulle scene dei principali teatri d’opera del Nord e Sud America, tra cui il Teatro Municipal de Santiago, il Teatro Colón di Buenos Aires, la Canadian Opera Company, l’Ópera de Bellas Artes e la Dallas Opera. Il suo talento lo ha portato a esibirsi anche nei più prestigiosi teatri europei come il Teatro Regio di Torino, l’Opéra National de Bordeaux, il Teatro Real di Madrid e il Gran Teatre del Liceu di Barcellona. Nella stagione 2024/25 farà ritorno alla Atlanta Opera per interpretare Tamino ne Il flauto magico. Sarà inoltre protagonista in Spagna nel ruolo di Alfredo Germont in una produzione de La Traviata e di Fernando in Doña Francisquita. La stagione lo vedrà anche impegnato in tre esecuzioni del Carmina Burana di Carl Orff, con la Real Orquesta Sinfónica de Sevilla, l’Orquesta y Coro de la Comunidad de Madrid e al Teatro Petruzzelli di Bari. Tra gli altri appuntamenti di rilievo, spiccano la sua partecipazione al Teatro Filarmonico di Verona per La Passione di Gesù Cristo di Salieri e un’imponente esecuzione della Messa dell’Incoronazione di Mozart nella maestosa Cattedrale di Granada, accompagnato dall’Orquesta Ciudad de Granada. Nel suo repertorio spiccano alcuni dei ruoli più iconici del Bel Canto, tra cui Ernesto in Don Pasquale, il Conte d’Almaviva ne Il Barbiere di Siviglia, Don Narciso ne Il turco in Italia, Lindoro ne L'italiana in Algeri, il Cantante Italiano in Der Rosenkavalier, Jünge Graf in Die Soldaten, Nemorino ne L'elisir d'amore e Tonio ne La fille du régiment.

Kristýna Kůstková

Classe 1994, è attualmente dottoranda presso l'Accademia delle Arti Musicali di Praga e ha conseguito il master alla Mannes School of Music di New York grazie al supporto di numerose borse di studio, tra cui quelle del Ministero della Cultura della Repubblica Ceca. Durante il suo soggiorno a New York, ha partecipato al Mannes Sounds Festival, esibendosi in prestigiosi palcoscenici come la Weill Recital Hall della Carnegie Hall, e ha collaborato regolarmente con il Centro Ceco NY. Per il suo impegno nella promozione della cultura ceca negli Stati Uniti, ha ricevuto il Gold Crystal Heart Award. Vincitrice di numerosi concorsi di canto lirico, Kůstková è stata premiata come miglior studentessa dell'Accademia delle Arti Musicali nel 2022. Nel 2024 ha ottenuto il secondo premio al concorso di canto del Teatro Lirico Sperimentale e, durante la 78a stagione, è stata Anita Garibaldi nell’opera Anita di Gilberto Cappelli e Vanda nella Smorfia di Bruno Bettinelli, ricevendo anche il Premio Spoleto Gioielli per la stagione. Parallelamente all'opera, si dedica all’attività concertistica ed è attiva sui palcoscenici della Repubblica Ceca, tra cui il Teatro Nazionale di Praga e il Teatro Moraviano di Olomouc. Tra i ruoli da lei interpretati figurano Pamina e la Prima dama (Il flauto magico, Mozart), Musetta (La Bohème, Puccini), Gretel (Hansel und Gretel, Humperdinck), la Prima Nympha (Rusalka, Dvořák) e Kaťuška (Il muro del diavolo, Smetana).

Nicola Di Filippo

Nato nel 1989, da adolescente studia pianoforte e violino e dal 2015 intraprende gli studi di canto al conservatorio di Perugia, perfezionandosi con il maestro Anatoli Goussev. Ha frequentato masterclass con Mariella Devia, Roberto De Candia, Marina Comparato, Donata D’Annunzio Lombardi, Enza Ferrari e Raffaele Cortesi. Fa il suo debutto nel Flauto magico allestito da Europa InCanto al Teatro Argentina di Roma e al Teatro di San Carlo a Napoli. Si classifica terzo alla 74a edizione del concorso di canto dello Sperimentale. Nel 2020 è il Duca di Mantova nel Rigoletto diretto da Marco Boemi, nel 2021 Pinkerton nella Madama Butterfly diretta da Carlo Palleschi, nel 2022 Don Ottavio nel Don Giovanni con la regia di Henning Brockhaus e nel 2024 Dottor Polcevera in Procedura penale, Luigi del Fante nella Smorfia e Malcolm in Macbeth. Ha interpretato la parte di Schmidt nel Werther di Massenet, allestito da AsLiCo nella stagione 2020/2021 presso il Teatro Sociale di Como, il Teatro Grande di Brescia e il Teatro Comunale di Modena. Nel 2024 è Nemorino nell’Elisir d’amore in qualità di vincitore della terza edizione del Concorso “G. Aliverta” e Rinuccio in Gianni Schicchi al Teatro Coccia di Novara. Collabora con diversi ensemble di musica antica, come Anonima Frottolisti, l’ensemble I Trobadores e il coro Cremona Antiqua diretto da Antonio Greco, con il quale ha partecipato a diverse produzioni all’interno del Monteverdi Festival di Cremona.

Paolo Mascari

Classe 1997, inizia lo studio del canto giovanissimo e dal 2016 studia al Conservatorio di Latina. Attualmente si sta perfezionando col tenore William Matteuzzi. Dal 2019 è studente dell’Accademia musicale Chigiana. Nel 2022 è ammesso ai Corsi di Alto perfezionamento dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” di Martina Franca. Nel marzo 2023, è vincitore della 77a edizione del Concorso “Comunità Europea” del Teatro Lirico Sperimentale. Debutta nel maggio 2019 e da allora si esibisce in numerosi teatri italiani e internazionali, tra cui il Teatro dei Rinnovati e dei Rozzi di Siena, il Teatro San Carlo di Napoli, l'Auditorium Parco della Musica di Roma, il Teatro Nuovo di Spoleto e lo Sheikh Jaber Al-Ahmad Cultural Centre in Kuwait. Tra i ruoli interpretati: il Conte d’Almaviva (Il barbiere di Siviglia, Paisiello), Edoardo (La Cambiale di Matrimonio, Rossini), Don Ottavio (Don Giovanni, Mozart), il Conte Alberto (L’occasione fa il ladro, Rossini), Don Ramiro (La Cenerentola, Rossini), Ferrando (Così fan tutte, Mozart), Alessandro (Il Re pastore, Mozart), Tamino (Il flauto magico, Mozart), Pang (Turandot, Puccini), Il Dottor Sinisgalli (I due Timidi, Rota), Un Onorevole (Gli occhi di Ipazia, Manzoni), Bill (A Hand of Bridge, Barber), Peter Quint/Prologo (The Turn of the Screw, Britten), Dottor Polcevera (Procedura Penale, Chailly), Adone Vigorelli (La Smorfia, Bettinelli), Macduff e Malcolm (Macbeth, Verdi).

Nicolò Lauteri

Nato nel 2002 a Terni, inizia lo studio della musica lirica giovanissimo e attualmente studia con il baritono Marzio Giossi. Nel 2018 ha cantato al Terme Classic Festival di Chianciano Terme. Durante il suo percorso artistico si è esibito in numerosi concerti, tra cui Le memorie di Adriano, un evento di raccolta fondi per i bambini in Uganda che si è svolto presso il CET di Mogol, con la presenza straordinaria di Terence Hill. A settembre 2023 partecipa alla 23a edizione del Festival Verdiano al Teatro Girolamo Magnani di Fidenza e in ottobre, in occasione dei mondiali paralimpici di scherma, canta l’Inno di Mameli al Palazzetto dello sport di Terni, per la vittoria della schermitrice italiana Bebe Vio. Nel 2024 si classifica terzo al Concorso “Comunità Europea” del Teatro Lirico Sperimentale. Nel mese di marzo ha partecipato con una piccola interpretazione nel programma Viva Rai 2 e sul magazine ufficiale della Rai, Radiocorriere Tv, a Roma, presentato da Rosario Fiorello. In aprile è Il Conte di Monterone nel Rigoletto di Giuseppe Verdi, al Palazzo Gazzoli di Terni. A settembre è Banco nel Macbeth di Giuseppe Verdi, l’opera protagonista della tournée regionale del Teatro Lirico Sperimentale che si è tenuta a Spoleto e nei principali teatri dell’Umbria. Recentemente ha partecipato al concerto Sogno d’amor nella basilica di Terni, per omaggiare il patrono San Valentino.

Eventi correlati

No items found.

Eventi nella stessa Categoria

68

PROGRAMMA COMPLETO
Ci spiace, non abbiamo altri eventi classificati nella medesima categoria in questa Edizione del Festival di Spoleto.