Yoann Bourgeois
Hania Rani
Memory of a fall
Maestro di squilibri, sospensione e gravità, Yoann Bourgeois torna al Festival dei Due Mondi dopo il successo di Tentative approaches to a point of suspension con una nuova creazione spettacolare e poetica che indaga la caduta della condizione umana. Come una vertigine anacronistica, i danzatori si muovono su una imponente struttura-palcoscenico costruita in Piazza Duomo sulle note della musica di una delle più originali artiste elettroniche del nostro tempo, Hania Rani.
«Questo spettacolo» - racconta Bourgeois – «non è stato scritto su una pagina bianca. Non ho mai creduto nelle pagine bianche. Perché una pagina è sempre satura, piena di nodi proiettivi indecifrabili. Quindi questa è una pagina nera, incurvata come lo spazio, su cui scivolano segni effimeri».
Da Harry Styles a Missy Elliot e i Coldplay, fino a Marco Mengoni per Eurovision 2023, sono tante le star della musica con cui ha collaborato creando effetti immersivi e poetici fra danza e acrobazie. Il suo stile innovativo e originale che unisce danza, circo e giocoleria, sfida le leggi della fisica. Concetti come disequilibrio, volo e caduta, sospensione del corpo e l’interazione dei danzatori con agenti fisici come la forza centrifuga, e in generale il moto circolare, sono elementi chiave nella costruzione delle sue coreografie che risultano sempre stupefacenti. Nei suoi lavori i performer interagiscono con strutture pensate dall’artista che costituiscono la principale scenografia degli spettacoli, opere che sembrano abbattere lo scorrere del tempo a favore di una sensazione di eternità.
ideazione, regia, scene Yoann Bourgeois
assistito da Marie Bourgeois
direzione musicale Hania Rani
con Marie Bourgeois, Jean-Yves Phuong, Sarah Silverblatt-Buser, Kim Amankwaa, Yurié Tsugawa, Olivier Mathieu, Julien Cramillet, Vasko Nasonov, Winston Reynolds e Yvonne Smink
costumi Pénélope Ogonowski
assistente ai costumi Shann Aglat
sound management Chloé Barbe
progettazione e gestione delle luci Jérémie Cusenier
responsabile tecnico David Hanse e Julien Soulatre
direttore di scena Nicolas Anastassiou e Bérénice Giraud
progettazione e costruzione David Hanse, Bénédicte Jolys e Atelier Prelud
in collaborazione con Sandro e Veja per i costumi
produzione Yoann Bourgeois Art Company
Yoann Bourgeois Art Company è finanziata dal Ministère de la Culture - Direction Générale de la Création Artistique, la Région Auvergne-Rhône-Alpes e il Département de l’Isère.
Si avvisa che le date e gli orari potranno subire variazioni.
Per aggiornamenti consultare il sito www.festivaldispoleto.com
I termini che compongono il titolo della nuova creazione di Yoann Bourgeois – Memory of a fall – ci introducono in un ambiente emotivo, e quindi in un contesto di significati, tendente verso due opposte direzioni. Da un lato, la memoria, concetto legato all’idea di qualcosa che “si tiene” e di conseguenza a verbi come raccogliere, custodire, condividere e trasmettere. Che sia a breve o a lungo termine, volontaria o involontaria, fedele o traditrice, la memoria è l’imprevedibile custode di ciò che è accaduto e permette di rimemorare il passato.
Testo di Gaia Clotilde Chernetich
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Ricordare è, infatti, quella facoltà che tanto “tiene insieme” (e talvolta “costringe”), poiché in grado di condurre sguardi e attenzione verso determinati elementi, quanto “libera”, poiché immateriale, ineffabile e soggetta alla perdita. Nella disciplina della danza, così come nella pratica del danzare, la memoria è essenziale sotto ogni aspetto ed è talvolta essa stessa oggetto della ricerca, osservabile sia a livello macro, nelle drammaturgie, sia nel micro, nelle sequenze di elementi corporei ripetuti, nei richiami di movimento tra opere diverse, nella trasmissione dei repertori.
All’altro capo del filo del titolo di questo spettacolo site-specific figura il concetto di caduta, una competenza corporea imprescindibile che presenta una linea evolutiva propria nell’ambito della storia delle arti dal vivo. Nell’universo poetico di Yoann Bourgeois questa è, innanzitutto, un’azione concreta, un fenomeno fisico che non subisce e, anzi, “agisce” la gravità. Cadere è, tecnicamente, l’epilogo inesorabile cui tutto è destinato. Cadere è il passo verso la fine, o verso un nuovo inizio e, in questo caso, ogni caduta è allo stesso tempo magnetismo gravitazionale e salto.
In Memory of a fall caduta e memoria sono contemporaneamente origine e prospettiva, entrambe vertiginose e ampissime, che alimentano e sostengono concettualmente e coreograficamente lo spettacolo. Tra loro vi è un filo teso, sul quale Yoann Bourgeois costruisce questo progetto dalle origini impalpabili, «nato da un’intuizione di natura emotiva, non da un concetto che si può esprimere a parole».
Nello spettacolo ritroviamo alcuni temi cardine del suo stile eclettico e del suo modo di articolare pensieri e corpi attorno a quel dispositivo che, per convenzione, chiamiamo scena. Non è possibile definire a quale disciplina appartenga questo lavoro. Yoann Bourgeois viene dall’arte circense, ma è soprattutto nel settore della danza che ha trovato la propria collocazione artistica e produttiva. Le sue opere sono multidisciplinari per loro natura. Ciò che vi invitiamo ad osservare è come la danza conduca lo sguardo dentro azioni, gesti, sguardi, situazioni che, nella percezione, formeranno immagini significative dal punto di vista emotivo, oltre che drammaturgico, pur non essendoci una narrazione lineare esplicita. La peculiarità della danza testimonia, al di là del virtuosismo, un’attenzione particolare alla presenza. Lo spettacolo, di fatto, attiene a una dimensione ulteriore, in cui tutti i concetti – alla stregua di tutti i corpi – sono sublimati in un qui e ora unico nel suo genere che fa della presenza non un effetto ma la causa stessa della creazione. Lo spettacolo affonda le proprie radici in una riflessione che, nelle parole dell’artista, riguarda «il coraggio di chi prova a restare vivo». In ballo abbiamo, dunque, non una “semplice” presenza ma una vitalità tenace, quasi disperata, che usa gli strumenti a disposizione – corpi, suoni, scenografie, luci – per dare vita a un mondo connotato da una sensibilità averbale. Per Bourgeois, infatti: «La presenza è la finalità, senza fine, del lavoro. E ne è anche la ragione. Presto nella mia vita ho notato che la nostra condizione di mortali era per me insopportabile. L’incontro con l’arte è stato importante perché l’ho vissuto come un modo per resistere alla morte. Nell’arte dal vivo, in cui la sostanza in gioco è anche il tempo che scorre, c’è una tensione verso l’immortalità, verso l’illusione della durata. Il lavoro sulla presenza combatte quindi questa illusione, e ne rappresenta l’antidoto».
La presenza di scenografie mobili che amplificano la dimensione del rischio ha il compito di rendere evidenti i performer, la loro presenza e, contestualmente, l’attenzione implicata nello spettacolo da parte di tutti, sia quella di chi danza sia quella di chi assiste allo spettacolo. In questo senso, ovvero nell’ottica di un’esperienza che approfondisce l’attenzione, si può leggere anche la piena sinergia tra il lavoro del coreografo e quello di Hania Rani, pianista e compositrice polacca che ha scritto musiche che intrattengono una relazione dialogica e sensibile con l’azione.
L’arte non trova il proprio senso come terapia per chi la crea, ma certamente rappresenta quello spazio in cui ognuno può tentare di sconfiggere i propri demoni. Nell’ipnosi data dalla ripetizione del movimento si cela la possibilità di dissolvere le individualità, con tutto il loro portato, e questo processo Yoann Bourgeois sceglie di farlo accadere dentro a un dispositivo che rende evidenti dei fenomeni fisici specifici. In questo caso, la caduta è l’oggetto della ricerca dell’artista. In altri spettacoli ha lavorato sulla forza centrifuga, sull’oscillazione, sulla rotazione. Lo spazio è, di fatto, il primo elemento convocato nella creazione. In Memory of a fall questo spazio è anche quello della piazza, con il Duomo e le sue geometrie, e non solo quello della scena, con il suo dispositivo che, installandosi, porta l’attenzione sul compimento del processo creativo e sull’oggetto di studio della ricerca artistica che lo ha sostenuto.
Inoltre, in Bourgeois c’è traccia di un’idea di spazio dove solitudine e moltitudine si incontrano. La piazza, centro della polis, è una dimensione che è presente sin dall’inizio: «Credo che lo spazio, in questo momento storico, determini in maniera chiara la vita dei corpi, le loro relazioni, le connessioni. Di tutti gli aspetti che la danza tocca, lo spazio è quello che oggi amplifica alcuni elementi salienti della contemporaneità». La sintesi di queste istanze è racchiusa in un’idea di tempo come caduta, tempo che segna e lascia traccia, mentre la memoria è quell’elemento dinamico che mette in movimento ciò che accade, dinamizzando la presenza attraverso riverberi, echi e rimandi. Nel parlare della sua visione del tempo e dello spazio, Bourgeois conferma come: «Il nostro rapporto con lo spazio deve esser rivoluzionato se non vogliamo continuare a distruggere. L’arte ha un compito, poiché contribuisce alla costruzione degli immaginari e delle fantasie del proprio tempo». Il lavoro di Bourgeois, che torna a Spoleto quest’anno dopo aver presentato Tentative approaches to a point of suspension nel 2022, offre al pubblico densi spunti di riflessione, ma anche la bellezza della sorpresa, del gesto e della finezza della costruzione coreografica quando questa è in grado, come in questo caso, di varcare la soglia della meraviglia.
Yoann Bourgeois cerca costantemente di abbattere i confini tra approcci artistici diversi. Il suo originale metodo si concretizza in percorsi fisici che evidenziano fenomeni peculiari, spingendolo a concepire una straordinaria varietà di spazi e infinite variazioni di movimento. Il suo universo di opere è il prodotto di un processo creativo permanente e duraturo che lui stesso riassume come "l'irraggiungibile punto di sospensione". Dopo essersi esibito con coreografi di fama, Bourgeois crea la propria compagnia nel 2010. Dal 2016 al 2022 ricopre il ruolo di direttore del CCN (Centre Chorégraphique National de Grenoble), diventando il primo artista circense nominato a dirigere uno dei diciannove CNN (Centres chorégraphiques nationaux) francesi. Dedito a un'arte radicalmente multidisciplinare, fisica e innovativa, Bourgeois dirige spettacoli, prende parte a collaborazioni e laboratori in ogni parte del mondo. Le sue creazioni site-specific che si basano sull'energia e sulle particolarità dell'ambiente circostante.
Pluripremiata pianista, compositrice e cantante polacca, attualmente si divide tra Varsavia e Berlino. Il suo album di debutto Esja (2019), un'affascinante raccolta di brani per pianoforte solo, è stato pubblicato da Gondwana Records con un successo internazionale che le è valso quattro prestigiosi Fryderyk Awards, i Grammy dell'industria musicale polacca. Il suo secondo album, Home, uscito nel 2020 per Gondwana Records, le ha fatto ottenere il premio "Best Composer" da Fryderyk ed è stato incluso negli "Album dell'anno" di Rough Trade. Con il suo ultimo album, Ghosts (2023, Gondwana), Rani fonde le sue esperienze musicali in un unico, miracoloso mondo cosmico. Rani ha sempre abbracciato orizzonti molto più ampi di quelli che la sua formazione classica di pianista suggerirebbe. Ha esteso i suoi interessi ad altri media e settori dell'arte: le sue colonne sonore includono The Lost Flowers of Alice Hart (2023) di Amazon Studios e ha creato Room for Listening, un'installazione sonora e spaziale per il Padiglione di Architettura di Varsavia con lo studio di architettura Zmir, in cui una composizione di un'ora viene trasmessa in loop attraverso venticinque altoparlanti.
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Wayne McGregor
Il Posto / Wanda Moretti
+ Marco Castelli Small Ensemble
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