_PENELOPE E L’INFERNO DEL NON RITORNO _
Penelope è un poema erotico e disperato, che espone con lucida follia e altissimo linguaggio le pene di un amor ritrovato, ma invivibile. Uno struggente grido di estasi erotica, che si trasforma in agonia.
Penelope illustra le più atroci conseguenze dell’amore ripercorrendo l´_Odissea _dal punto di vista di Penelope, la quale oramai defunta racconta il ritorno di Ulisse come mai è stato raccontato. E’ la storia di un´ossessione amorosa, un’ossessione che si fa verbo, strappando ogni singola parola al marasma di gemiti inarticolati in cui questa donna innamorata affoga e si dibatte. I suoi occhi troppo annebbiati dalle lacrime non vedono il mondo e i drammi che lo sconvolgono, ma si fanno testimoni di un desolato finale di partita, in una terra di nessuno, dove Penelope si aggira impaurita, triste e solitaria.
Raccontare in scena il mito di Penelope oggi, significa esser consapevoli di tutto questo, significa sfidare, sulle assi del palcoscenico, l’essenza più profonda del proprio essere, significa lanciare una sfida agli spettatori: una sfida a valicare il confine dello specchio, una sfida a spogliarsi della maschera per offrirsi nudi al cospetto di Verità.
Matteo Tarasco
da **Omero-Ovidio-Atwood **
drammaturgia e regia **Matteo Tarasco **
con Teresa Timpano
musiche originali Mario Incudine
costumi e scene Francesca Gambino e **Laura Laganà **
in collaborazione con **Accademia Delle Belle Arti di Reggio Calabria **
co-produzione Scena Nuda - Festival Miti Contemporanei e** Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria**