
Il Festival dei Due Mondi illumina Spoleto e vola verso il finale con una edizione da record
Spoleto, 13 luglio 2025 – Con la quinta e ultima edizione firmata da Monique Veaute, il Festival dei Due Mondi saluta il pubblico registrando oltre 31.000 biglietti emessi e un incasso record di 925.000 euro, traguardo che segna un incremento del 17% rispetto al 2024, edizione già di grande successo, ma soprattutto registra la migliore performance di botteghino delle ultime diciotto edizioni.
Il successo del Festival si deve all’apprezzamento della proposta artistica che ha fatto della pluralità dei linguaggi dell’arte, della sperimentazione e dell’apertura verso il nuovo la cifra distintiva di una direzione capace di intercettare le istanze del contemporaneo e di dialogare con un pubblico eterogeneo e curioso. Ma un ruolo significativo ha avuto anche la macchina organizzativa, che ha raggiunto in questi anni nuovi standard di gestione in tutti i settori garantendo risultati economici positivi, destinando crescenti risorse alla produzione artistica, migliorando l’esperienza degli spettatori e consolidando l’immagine e la reputazione del Festival sia sul territorio che a livello nazionale e internazionale.
La sessantottesima edizione del Festival dei Due Mondi ha ospitato 67 spettacoli per un totale di 106 rappresentazioni, quasi sempre tutti esauriti, con una media di occupazione ben oltre il 90%, cui si aggiungono le 100 repliche – tutte Sold Out – della istallazione Flux al Complesso monumentale di San Nicolò. Oltre 784 artisti di 53 compagnie hanno animato la città, il Festival ha impegnato uno staff di 280 persone, tra personale assunto e collaboratori, tecnici e di sala.
Della straordinaria offerta di spettacoli, quasi tutte esclusive italiane e nuove produzioni del Festival di Spoleto, Hadrian di Rufus Wainwright, al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, ha fatto registrare il tutto esaurito, così come le due intense repliche di The Great Yes, The Great No di William Kentridge. Gli spazi di maggior capienza confermano i dati di crescita: con 1.500 spettatori ciascuno, Piazza Duomo ha ospitato due serate di grande richiamo internazionale – il concerto Rufus Wainwright Solo e la performance di Anoushka Shankar, regina del sitar, consolidando Piazza Duomo come uno dei luoghi dell’anima musicale del Festival. Grande successo anche per la serata-evento Novecento: il duello, con Baricco, Bollani e Rava, che ha trasformato Piazza Duomo in un teatro a cielo aperto che ha accolto 2.400 spettatori. La serata, trasmessa quest’anno in diretta su Rai 5 con ottimi dati di share, ha lasciato immagini destinate a entrare nella memoria storica del Festival.
Al Teatro Romano la danza ha registrato una partecipazione costante e appassionata: Impermanence della Sydney Dance Company ha richiamato 900 spettatori per ogni replica, mentre Urlicht Primal Light, con il Circa Ensemble e Franui Musicbanda, ha sfiorato i 1.000 spettatori per serata. Sono andate Sold Out la data unica infrasettimanale del dittico New Earth + Bolero X, firmato da Shahar Binyamini, e le due serate di Didon et Enée, firmate dalla coreografa Blanca Li, già molto apprezzata dal pubblico del Festival. Il concerto di Ben Böhmer, unica data in Italia, ha restituito l’energia di questa edizione facendo ballare 1.000 spettatori in piedi al Teatro Romano.
La rassegna musicale dei Concerti di Mezzogiorno, confermando l’apprezzamento della proposta, ha ampliato il numero delle repliche ed è stata ospitata in teatri con una capienza maggiore per soddisfare la crescente richiesta di pubblico. Il programma dei 15 concerti è stato seguito da oltre 3.700 spettatori e ha portato a Spoleto in esclusiva alcuni dei più rilevanti interpreti della scena internazionale: da Lea Desandre a Matthew Rose, da Benjamin Appl al Quartetto della Scala. Straordinaria accoglienza ha avuto il pianista Hayato Sumino che con la sua performance ha stregato il pubblico del Festival così come l’Amber Quartet direttamente dalla Cina. Sold Out anche gli appuntamenti del Jazz Club al Collicola con i concerti di Eleonora Strino, Francesca Tandoi e China Moses.
Tutto esaurito anche per gli spettacoli di prosa, che quest’anno hanno visto protagonisti alcuni tra i nomi più apprezzati del teatro italiano. Il Festival ha ospitato il debutto nazionale di Prima del Temporale, lo spettacolo autobiografico di Umberto Orsini con la regia di Massimo Popolizio; ha inoltre prodotto La cosmicomica vita di Q di e con Luca Marinelli; ha riportato in scena lo storico Edipus di Giovanni Testori con Sandro Lombardi diretto da Federico Tiezzi a trent’anni dal debutto e L’amore non lo vede nessuno, ultima opera di Giovanni Grasso per la regia di Piero Maccarinelli. Acclamato a Spoleto il ritorno del Berliner Ensemble con lo spettacolo Woyzeck, diretto dal regista e artista visivo Ersan Mondtag, accolto con grande favore da pubblico e critica.
Infine, cresce l’attesa per il Concerto finale di questa sera, Sold Out da settimane: il tradizionale appuntamento in Piazza Duomo chiude l’edizione 2025 e il quinquennio di direzione artistica di Monique Veaute. La Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer esegue la Quinta sinfonia di Gustav Mahler e conclude la sua residenza al Festival di Spoleto.