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68

Sonia Wieder–Atherton & Clément Cogitore

Carnets de là-bas

Auditorium della Stella
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June
2025
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Durata 90 minuti
Teatro Musicale

Carnets de là-bas

Sinossi

Con la complicità del visionario artista visivo, cineasta e regista d’opera Clément Cogitore, la violoncellista Sonia Wieder-Atherton ripercorre il filo della sua memoria per rendere un intimo tributo in parole, musica e immagini alla grande Natalia Shakhovskaya, maestra che le ha trasmesso l’arte del suo strumento.

Sul palcoscenico, le creazioni video di Cogitore si intrecciano con il suono del violoncello, guidando il pubblico in un viaggio a ritroso di quarant’anni. È il ritorno a un momento decisivo: l’ingresso di Wieder-Atherton, allora diciannovenne, al Conservatorio di Mosca, dove incontrò la sua mentore, colei che le aprì le porte di un universo musicale e artistico fino ad allora mai immaginato.

Clément Cogitore, il cui lavoro si muove al confine tra i due generi, ha esposto in tutto il mondo, dal Palais de Tokyo al Pompidou di Parigi e al MoMA di New York e i suoi lavori sono selezionati e premiati nei maggiori festival internazionali di cinema (Cannes, Locarno, Telluride, Los Angeles, San Sebastian). Fra i suoi più grandi successi, la regia di Les Indes Galantes, cortometraggio realizzato nel 2018 all’interno del programma di ‘3e Scene’, progetto dell’Opéra National de Paris ideato con lo scopo di creare dialoghi inediti tra la realtà dell’Opera e la produzione artistica contemporanea. Attraverso film, video, fotografie e installazioni, Cogitore si interroga sulla memoria collettiva e sulla convivenza degli esseri umani con le loro immagini.

Insieme, Cogitore e Wieder-Atherton ci invitano a partecipare a un viaggio iniziatico: vogliono che questi “frammenti di memoria” diventino anche nostri.

Crediti

Programma

testi, violoncello Sonia Wieder-Atherton

video e collaborazione artistica Clément Cogitore

scene Alban Ho Van
luci Sylvain Verdet
suono Benoit Gilg, Franck Rossi
direttore di scena Héloïse Evano
controllo video Quentin Balpe

produzione Philharmonie de Paris
coproduzione Tandem Scène nationale Arras-Douai, La Filature Mulhouse
con il sostegno di Fonds Les Partageurs

produzione video Walter Films
coproduzione video Philharmonie De Paris

produzione esecutiva Walter Films

con il patrocinio dell'Ambasciata di Francia

prima italiana

INFORMAZIONI
Spettacolo in lingua francese con sopratitoli in italiano a cura di Andrea Terradura

Si avvisa che le date e gli orari potranno subire variazioni.
Per aggiornamenti consultare il sito www.festivaldispoleto.com

“Rivedo Natalija Šachovskaja che interpreta Khachaturian.
La ascolto e la guardo.
Deve avere trentadue anni.
Non riesco a esprimere a parole ciò che mi affascina.
I giorni devono passare
perché la sua immagine diventi ancora più nitida”.

Sonia Wieder-Atherton

___

Testo di Daniele Cassandro

La violoncellista franco-americana Sonia Wieder-Atherton, dopo essersi diplomata a Parigi, nel 1980 parte per Mosca dove si specializza per due anni con la grande solista sovietica Natalija Šachovskaja. Carnets de là-bas, “quaderni da laggiù”, è un diario intimo di musica, pensieri e immagini che la riporta a un’Unione Sovietica che oggi sembra lontanissima, a una maestra formidabile e a una sé stessa appena ventenne piena di meraviglia e di speranza.

Ad accompagnare questo viaggio a ritroso nel tempo, al di là di una cortina di ferro che quarant’anni fa sembrava impenetrabile, c’è la musica di Monteverdi, Bach, Šostakovič, Čajkovskij e Vivaldi “cantata” dal suo violoncello, lo strumento più vicino che ci sia alla voce umana. Il filo che tiene insieme i ricordi e le riflessioni di Wieder-Atherton è proprio il suono dello strumento con il quale parte per Mosca una mattina del 1980. Le storie di chi avventurosamente attraversava la copertina di ferro da est a ovest le conosciamo bene: vengono in mente atleti, artisti, danzatori, musicisti, accademici e scrittori. Meno note sono le storie di chi, come Sonia Wieder-Atherton, ha attraversato quel confine in senso contrario, da ovest a est. Sonia ricorda che era già sul treno, a Parigi, alla Gare du Nord. Sta per partire ma non ha ancora il visto: sa che qualcuno dall’ambasciata glielo lancerà dal finestrino aperto. L’unica certezza è che a Mosca troverà la grande Natalija Šachovskaja, già allieva di Mstislav Rostropovič.

L’incontro con la maestra russa è fulminante: tra ricordi del totalitarismo staliniano, della Siberia in cui Šachovskaja era nata e momenti di risate anche amare, Sonia Wieder-Atherton scopre oltre alla straordinaria interprete e docente anche una donna di notevole carattere, calore e intelligenza. Quello della vecchia Unione Sovietica è un mondo ovattato e quasi rallentato rispetto al nostro occidente capitalista, ma nell’ombra covano tempi nuovi. Per la giovane violoncellista la Mosca del pre-perestrojka diventa un luogo fatato in cui non solo viene conservata una grande tradizione musicale ma viene tramandato anche un modo diverso di rapportarsi alla musica. Natalia Šachovskaja, la sua maestra, aveva imparato, grazie a Rostropovič, a guardare la musica da una prospettiva diversa. In un documentario del 2019 la violoncellista sovietica ricorda che il maestro le faceva imparare anche tutte le altre parti dell’orchestra, non solo quella del violoncello e la interrogava a sorpresa: ora fai la parte del fagotto, ora quella del clarinetto… E Šachovskaja racconta che studiare uno spartito con Rostropovič era come guardare un foglio bianco in cui lui ti indicava qualcosa che tu non avevi mai visto: una macchia lì, un puntino là. La stessa attenzione per il dettaglio, la stessa precisione, la stessa libertà di guardare alla musica da ogni prospettiva possibile Šachovskaja la trasmette alla sua giovane allieva che rimane folgorata.

La Russia sovietica nel ricordo di Wieder-Atherton somiglia un po’ all’Europa del lockdown del 2020-2021: poca gente in giro, un gran silenzio e uno strisciante senso di paura e di oppressione. Ma allo stesso tempo tanto spazio mentale per pensare e per immaginare. È nei giorni del confinamento pandemico che la violoncellista comincia ad annotare parole per descrivere la musica dei suoi compositori preferiti, dai maestri del Settecento ai grandi russi e a ricordare il suo periodo moscovita su cui si stagliava, enorme, la figura di Natalia Šachovskaja.

«Durante il lockdown del 2020 ho cominciato a scrivere dei miei anni in Unione Sovietica», dice la musicista, «seguendo il filo della mia memoria, cercando di catturare le scene che emergevano in superficie con precisione. E mi sono registrata. Ho chiamato questi testi Quaderni di Mosca. Era prima che scoppiasse la guerra».

A un certo punto però questi “quaderni da laggiù”, hanno smesso di essere una cosa privata e Sonia Wieder-Atherton li ha condivisi con il cineasta e regista d’opera francese Clément Cogitore che ha cominciato a lavorare su uno spettacolo che unisse la voce del violoncello di Sonia con immagini e proiezioni: la rievocazione di un ricordo lontano che diventa suono, forma, colore e racconto davanti agli occhi del pubblico.

La musicista si muove in una scena attraversata da diversi teli-schermo di tessuto traslucido su cui vengono proiettate delle immagini. Lei è libera di spostarsi dove vuole, a volte si staglia davanti alle proiezioni altre volte ne viene attraversata, a seconda della direzione della luce. L’intenzione di Cogitore è quella di creare una tensione narrativa tra elementi dal vivo ed elementi registrati, un cortocircuito tra presenza e assenza. Le proiezioni a loro volta sono o iperdefenite o evanescenti.

Cogitore usa materiale di ogni tipo: immagini d’archivio dell’Unione Sovietica degli ottanta, ritagli di giornale, fotografie, vecchi filmini e istantanee familiari. A volte crea anche un archivio immaginario di finti documenti, pile di carte che evocano un passato sepolto che viene lentamente ricostruito, frammento dopo frammento.

«Clément mi ha ascoltata», dice Sonia Wieder-Atherton, «e da lì è nata l’idea di mettere in connessione i nostri mondi. Ho voluto affidargli questi frammenti di memoria che non mi abbandonano mai e affidargli soprattutto la presenza di un volto, quello di Natalia Šachovskaja».

«Era lì che tornavo sempre. A casa sua». Scrive Wieder-Atherton nei suoi quaderni: «La sera, sedute una di fronte all’altra a questo tavolo, parlavamo. Della sua infanzia, della vegetazione della Siberia, di cosa significhi affrontare la musica in modo informale o formale. Di Šostakovič, persone, guerre… Fino alle prime ore del mattino. È lì che mi sono riposata, è lì che mi sono ricostruita. Da qualche tempo lei non c’è più. Ma io continui ad andare lì a sedermi nello stesso posto».

Sonia Wieder-Atherton e Clément Cogitore hanno cominciato a lavorare a questo spettacolo prima che la Russia invadesse l’Ucraina scatenando una nuova guerra. Nel 2025 non c’è più la cortina di ferro ma la Russia ci sembra ancora più lontana di quanto non sembrasse quarant’anni fa. Carnets de là-bas ci ricorda oggi più che mai che sta noi creare ponti quando intorno tutto sembra crollare.

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Date & Biglietti

Biglietti: 30€
INFO BIGLIETTERIA
Sat
28
Jun
2025
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18:00
Auditorium della Stella
Palazzo Due mondi
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Jun
2025
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Auditorium della Stella
Palazzo Due mondi
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Orari Evento
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Biografie

Sonia Wieder-Atherton

Nata a San Francisco da madre di origini rumene e padre americano, cresce tra New York e Parigi, dove si iscrive giovanissima al Conservatoire National Supérieur, studiando con Maurice Gendron. A soli 19 anni attraversa la Cortina di Ferro per trasferirsi a Mosca e perfezionarsi con Natalia Shakhovskaya presso il Conservatorio Čajkovskij. Gli anni trascorsi nella capitale russa le offrono un'educazione musicale di altissimo livello e le imprimono un legame profondo con il tempo e la storia. Nel corso della sua carriera, Sonia Wieder-Atherton ha sviluppato un'intensa collaborazione con compositori contemporanei di rilievo, tra cui Betsy Jolas, Pascal Dusapin, Georges Aperghis, Francesco Filidei, Wolfgang Rihm ed Edith Canat de Chizy. Si esibisce regolarmente come solista sotto la direzione di importanti direttori d'orchestra, collaborando con prestigiose formazioni quali l'Orchestre de Paris, l'Orchestre National de France, l'Orchestra Nazionale del Belgio, la Filarmonica di Liegi, la Israel Philharmonia, la Filarmonica del Lussemburgo, la NDR Orchestra di Hannover, Les Siècles e l'Asko/Schönberg Ensemble. È inoltre un’appassionata interprete di musica da camera. Il suo universo musicale è un intreccio di linguaggi e materiali sonori diversi, spesso legati alla dimensione visiva e teatrale. È l'ideatrice di progetti innovativi che cura personalmente nella concezione e nella messa in scena, tra cui D’Est en musique, ispirato al film D’Est di Chantal Akerman; Night Dances, con Charlotte Rampling, in cui dialogano le opere di Benjamin Britten e Sylvia Plath; Navire Night di Marguerite Duras, con Fanny Ardant; e Carnets de là-bas, creato con Clément Cogitore. Dal 2020 ha avviato una collaborazione editoriale con l’etichetta Alpha Classics. Nel 2011 è stata insignita del Premio della Fondazione Bernheim e nel 2020 è stata nominata Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres. Tra le sue esibizioni più emblematiche, si ricorda quella del 2018 alla cerimonia di sepoltura di Simone Veil nel Pantheon di Parigi.

Clément Cogitore

Nato a Colmar nel 1983, vive e lavora tra Parigi e Berlino. La sua ricerca artistica si colloca al confine tra arte contemporanea e cinema, intrecciando film, video, installazioni e fotografia per indagare il rapporto tra l’uomo e le immagini. Nei suoi lavori emergono tematiche ricorrenti come la memoria collettiva, la rappresentazione del sacro e la permeabilità tra mondi differenti. Dopo aver studiato all’École Supérieure des Arts Décoratifs di Strasburgo e al Fresnoy – Studio National des Arts Contemporains, Cogitore ha esposto e proiettato le sue opere in prestigiose istituzioni internazionali, tra cui il Palais de Tokyo, il Centre Georges Pompidou (Parigi), il MADRE (Napoli), l’ICA (Londra), la Haus der Kulturen der Welt (Berlino), il MoMA (New York), il MACRO (Roma), il Red Brick Art Museum e il Rockbund Museum (Pechino), il Kunsthaus Baselland (Basilea) e l’Hirschhorn Museum (Washington). Nel 2011 è stato insignito del Grand Prix del Salon de Montrouge e, nel 2012, ha ottenuto una residenza presso l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. I suoi film sono stati selezionati e premiati in importanti festival internazionali, tra cui Cannes, Locarno, Telluride, Los Angeles e San Sebastián. Il suo primo lungometraggio, Ni le Ciel, Ni la Terre, presentato alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2015, ha ricevuto il Premio della Fondation Gan, ottenendo il plauso della critica e una candidatura al César per il miglior film d’esordio. Lo stesso anno, Cogitore ha ricevuto il Prix BAL per la creatività emergente. Nel 2016 gli sono stati assegnati il Premio SciencesPo per l’arte contemporanea e il 18º Premio della Fondation d’Entreprise Ricard. Nel 2018 è stato vincitore del prestigioso Prix Marcel Duchamp e, nello stesso anno, è stato nominato professore all’École des Beaux-Arts di Parigi, dove dirige un atelier. Nel 2019, in occasione del 350º anniversario dell’Opéra National de Paris, ha curato la regia dell’opera-balletto Les Indes galantes di Jean-Philippe Rameau. La produzione ha riscosso un enorme successo, figurando tra le dieci migliori rappresentazioni operistiche dell’anno secondo il New York Times e vincendo il Premio Forum Opéra per la Migliore Produzione del 2019. È stata inoltre nominata Migliore Produzione d’Opera dell’anno dal Giornale della Musica e, nel 2020, ha ricevuto il Premio per la Miglior Regia agli Oper! Awards. Nel 2022, il suo secondo lungometraggio, Goutte d’or, è stato presentato in Séance Spéciale alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes. Il film ha ricevuto il Premio Hildegarde per la sceneggiatura, il Premio per la Miglior Regia al LEFFEST di Lisbona e il Premio per la Migliore Interpretazione all’Hainan Film Festival. Le opere di Clément Cogitore sono conservate in numerose collezioni pubbliche e private, tra cui il Centre Pompidou, il Fonds National d’Art Contemporain, il Fonds d’Art Contemporain de la Ville de Paris, i FRAC (Alsazia, Aquitania, Alvernia), il MAC VAL, il Musée d’Art Moderne et Contemporain di Strasburgo, la Daimler Art Collection e la Fondation Louis Vuitton.

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