All’inizio c’è solo un tamburello a tenere il tempo. Poi la melodia entra con il flauto, si ripiega, sembra ripetersi, a poco a poco cambia, ora sta crescendo. È ancora la stessa? Il Bolero, la più famosa composizione di Maurice Ravel, continua a interrogare il mondo della danza.
In questo dittico, il coreografo e danzatore israeliano Shahar Binyamini esplora i temi della ripetizione, del rinnovamento e della progressiva trasformazione.
Bolero X prosegue la ricerca avviata nel 2022 con la prima versione, moltiplicando i significati che emergono dalla connessione tra una composizione scritta nel 1928 e la danza contemporanea.
In New Earth Binyamini si chiede invece cosa significhi abitare uno spazio trasformato. «Immaginate un mondo in cui i confini si dissolvono e ogni movimento è un riflesso della nostra innata connessione con la terra. Le sensazioni ci risvegliano, i ritmi ci stimolano e l’energia scorre in tutti gli esseri viventi». Binyamini invita il pubblico a ridefinire le nostre relazioni con il mondo e la natura che ci circonda.
Dopo aver danzato nella celebre Batsheva Dance Company dal 2006 al 2013, Shahar Binyamini si è affermato come coreografo internazionale. Dal 2013, insieme al professor Atan Gross del Weizmann Institute for Science in Israele, ha fondato un gruppo di ricerca che riunisce danzatori, scienziati e coreografi chiamato TNUDA che esplora la connessione tra scienza e movimento.
New Earth
coreografia, regia e concept Shahar Binyamini
musica Vessel, Piris Eliyahu, Mohammad Reza Mortazavi, Ahuva Ozeri
luci Ofer Laufer
costumi Shahar Binyamini
danzatori Joseph Kudra, Roni Milatin, Dor Nahum, Rina Pinsky, Or Saadi, Maya Botzer Simhon, Naor Walker
produzione in collaborazione con House Of Dance, Israele
Bolero X
coreografia, luci e costumi Shahar Binyamini
musica Boléro M.81 eseguita dalla Berlin Philharmonic e Pierre Boulez
danzatori Joseph Kudra, Roni Milatin, Dor Nahum, Rina Pinsky, Or Saadi, Maya Botzer Simhon, Naor Walker
e i danzatori della Zurich University of the Arts, 1° anno BA Contemporary Dance e 2° anno Advanced Studies, Zurich Dance Academy
produzione in collaborazione con House of Dance, Israele
Bolero X è stato ripreso in collaborazione con House of Dance, Israele, e la Zurich University of the Arts, Svizzera.
INFORMAZIONI
Spettacolo consigliato ai maggiori di 12 anni di età.
I possessori di uno o più biglietti per gli spettacoli in scena al Teatro Romano potranno ritirare un numero corrispondente di biglietti per l’accesso gratuito al Museo archeologico nazionale e Teatro romano di Spoleto presso:
• Festival Box Office & Merchandising via Saffi, 12 - aperto tutti i giorni con orario 10-13/15-18, dal 23 giugno ore 10-18, dal 28 giugno ore 10-19
• Festival Box Office Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti via Vaita Sant’Andrea, 12 - aperto dal 27 giugno al 13 luglio 2025 con orario 10-13/14 –19 (lunedì chiuso)
• Biglietterie dei teatri aperte a partire da un’ora prima l’inizio degli spettacoli
Si avvisa che le date e gli orari potranno subire variazioni.
Per aggiornamenti consultare il sito www.festivaldispoleto.com
Shahar Binyamini: l’io vulnerabile e selvaggio si fa comunità
Di Maria Luisa Buzzi
“Iniziare a danzare è stato per me trovare la strada per sentirmi a mio agio con la paura, con gli attacchi d’ansia, la cosa più spaventosa che ho vissuto da bambino e al tempo stesso l’occasione di scoprire chi sono veramente. Mi sento molto fortunato ad avere vissuto questa esperienza perché, anche se impegnativa, credo abbia rappresentato il punto di svolta che mi ha portato a diventare un artista, a essere un creativo”.
Nel parlare di sé senza filtri nel documentario che accompagna la genesi del suo Bolero X, coreografia nata sul celeberrimo Boléro di Maurice Ravel per il Ballet British Columbia nel 2023, Shahar Binyamini, coreografo di punta del panorama israeliano cresciuto tra le fila di Batsheva Dance Company e sotto l’ala di Ohad Naharin, anticipa il suo peculiare approccio all’arte della danza. Superare l’esteticamente grazioso per cercare una nuova consapevolezza del corpo, un dialogo con sé stessi attraverso i cinque sensi al fine di scoprire nuove forme di espressione.
Un’indagine condivisa con Gaga, il training di movimento e voce sviluppato da Naharin, diventato pedagogia universalmente apprezzata, di cui Binyamini è insegnante certificato nel mondo. Un training nel quale il danzatore ricerca quell’aspetto primitivo, istintivo, animalesco che precede la ratio; indaga il grado zero del movimento in ascolto con il proprio corpo. Una pratica assimilata da Shahar Binyamini in Batsheva, a Tel Aviv, negli anni della sua militanza come danzatore della compagnia, e successivamente come assistente alla coreografia di Naharin.
“Indubbiamente Gaga – racconta Binyamini – rappresenta una parte importante del mio percorso artistico ma non attingo ad esso nella fase ideativa di un lavoro, nella quale mi focalizzo sulle emozioni e sui valori che desidero esprimere in relazione alla musica scelta e al tipo di storia che intendo raccontare. Vi attingo invece quando mi concentro sul potere della danza e sulla sua celebrazione: qui sì che Gaga ne fa parte, perché riguarda la mia crescita come danzatore”.
Autore in prima persona dei set e dei costumi dei suoi lavori, Binyamini opta per una messa in scena di ricercata semplicità mirante a esaltare i corpi e le personalità degli interpreti. La musica poi ad ispirarlo, sia le partiture del grande repertorio classico, sia l’elettronica e i suoni della tradizione mediorientale, come testimonia il programma di questa sera in cui si uniscono la recente creazione New Earth e il successo planetario Bolero X, ricostruito con un nuovo cast.
Nato a Lod nel 1988, Binyamini dirige oggi la compagnia residente della House of Dance di Be’er Sheva, nel sud di Israele, uno spazio culturale ricavato in un’antica stazione ferroviaria del periodo Ottomano trasformata recentemente in un incubatore per danzatori, luogo di ricerca sul movimento e di eventi culturali.
Da questo quartier generale, e dalla decina di danzatori lì stabilitisi, l’arte di Binyamini si irradia nel mondo attraverso le tournée della House of Dance Company e le commissioni ricevute in qualità di coreografo-invitato ai quattro angoli del pianeta: da Singapore alla Svezia passando per il Canada, la Germania, l’Argentina, la Svizzera e l’Italia.
“Anche se scelgo danzatori di solida tecnica che provengono da contesti diversi, il cui background può indistintamente essere classico o contemporaneo, ricerco alle audizioni una totale disponibilità dell’interprete a mettersi in gioco, la sola cosa che mi permette di andare avanti nella creazione”.
Lo si vede chiaramente nel brano di apertura New Earth (Nuova Terra), recente lavoro per sette danzatori della sua compagnia dove, su uno strato di terra scura che ricopre l’intero palcoscenico, assistiamo a una sorta di processo evolutivo dell’umanità, o meglio alla sua trasformazione. Energie primordiali si sprigionano dai corpi alla conquista dello spazio: agli occhi dello spettatore un flusso di immagini rivelanti un costante cambiamento.
Sembra di intravedere una sfilata di animali ancestrali o cammelli quando attraversano la scena sollevati sulle mezze punte con andatura ondulante; poi la definizione dell’homo sapiens, una coppia primigenia come Adamo ed Eva, una piccola comunità che si fa presto orgia floreale e lotta intestina fino al caos controllato del finale. Un flusso di coscienza sospeso tra vulnerabilità e potenza, resistenza e sfogo, trasformato in un viaggio emozionale avvolto dai suoni caldi della musica mediorientale che trascolorano nell’elettronica.
“L’idea alla base di New Earth – spiega Binyamini – era creare un vasto paesaggio sonoro, un viaggio nel tempo che da un lontano passato arriva al presente e guarda verso un futuro sconosciuto. Da qualche parte in Medioriente, direi, ma senza tempo. Nel lavoro si intravede una sfida al domani quando, in un preciso punto, sull’intensificarsi della musica, si va in un posto inaspettato ma con elementi dell’inizio che ritornano. Capire da dove veniamo, rivangare le origini e le radici, sia culturali che come danzatori, a partire da una base musicale semplice, di percussioni e flauto, questo è New Earth”.
La stessa semplicità straordinaria dell’incipit del Boléro di Maurice Ravel su cui nasce Bolero X, il cui inizio – il pianissimo della batteria – introduce l’ostinato ritmico mai interrotto nelle diciotto sezioni che seguono e il flauto attacca il primo tema della melodia.
Un approccio, quello di Binyamini al celeberrimo componimento musicale, avvenuto per caso, seppure a tappe ripetute nel tempo, come confessa: “Mai avrei pensato di comporre una versione coreografica del Bolero sebbene sia uno dei miei brani preferiti. È successo per caso, in studio. La partitura a un certo momento della mia vita mi ha attirato a sé, non riuscivo a smettere di utilizzarla, così ho iniziato a pensare a un brano in cui manifestare in danza l’orchestrazione. Il punto era trovare un nuovo groove che potesse collegarsi alla musica aggiungendo qualcosa dei nostri tempi.
Tutto è iniziato nel 2022 a Seoul con un primo Bolero e poi nel 2023 è arrivato a Vancouver Bolero X, la versione che condensa i tentativi precedenti di cercare nei corpi il minimalismo e l’atemporalità raggiunta da Maurice Ravel”.
Un numero di danzatori massiccio, e variabile a seconda dei palcoscenici, partecipa all’esplosione collettiva ipnotizzante di Bolero X. Stasera sono trentacinque sul palco al Teatro Romano: con la House of Dance Company anche i talenti della Zürich University of Arts e della Zürich Dance Academy.
Un’abitudine del coreografo quella di rendere questa coreografia un banco di prova di alta formazione per talentuosi giovani di importanti accademie coreutiche sin dal debutto con il Ballet BC in cui, a fianco dei danzatori della compagnia, c’erano gli studenti di Arts Umbrella, una prestigiosa accademia di danza di Vancouver. In totale erano cinquanta. Riallestito a Buenos Aires con gli allievi dell’Accademia di Ballo del Teatro Colón assieme ai professionisti dell’ensemble più importante del paese, il lavoro entrerà presto anche nel repertorio della Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala.
“Per me è fondamentale – precisa Binyamini – immaginare questa coreografia come un brano in cui dare l’opportunità professionale a giovani di mescolarsi con la generazione che li ha preceduti per dissolvere le gerarchie, per generare una danza inclusiva, universale che rispecchi la comunità orchestrale di Ravel”.
Nel sorgere lento della luce, sul palco prende gradualmente vita una massa di danzatori a quattro zampe, dalle braccia nude e con le teste oscillanti. Il ritmo si impone loro: impossibile non cavalcarlo. Così le membra si lanciano nello spazio e gli impulsi interiori prendono il sopravvento in un mashup stratificato di veemenza e memoria, gioia e forza, seduzione e connessione.
La dettagliatissima scrittura coreografica, da eseguire con la precisione di ingranaggi meccanici, lascia affiorare l’intensità del singolo all’interno del gruppo: qui ciascun danzatore “guarda, sente e racconta” sé stesso rimanendo nella comunità.
Sono un tutt’uno, come un’orchestra, nella consapevolezza di una individualità che non soffoca l’altro. Un messaggio lanciato all’umanità come chiosa il coreografo: “così dovremmo coesistere, nel rispetto reciproco, lasciando spazio all’altro. Bolero X è la mia risposta a ciò che sta accadendo oggi nel mondo”.
Coreografo, danzatore e regista di fama internazionale la cui ricerca artistica si sviluppa in una fusione dinamica tra danza, scienza e design oltrepassando i confini tradizionali della coreografia. La carriera di Shahar Binyamini ha preso il via con la Batsheva Dance Company (2006 – 2013), dove ha affinato il proprio linguaggio interpretativo lavorando con coreografi del calibro di Ohad Naharin e Sharon Eyal. Nel 2016 ha intrapreso il suo percorso coreografico su scala globale con Flat, creato per il Frontier DanceLand di Singapore, dando così inizio a una brillante carriera internazionale. Da allora, le sue creazioni sono state commissionate da alcune delle più prestigiose compagnie e istituzioni di danza del mondo, tra cui Mensch (2016) per il Saarländisches Staatstheater, Lungs (2016) per l’UCLA, Empty3 (2017) per Ate9 e la Gauthier Dance Company, Paradiso (2018) per Frontier DanceLand, Vulner (2018) per Norrdans, Ballroom (2019) per il Festspielhaus St. Pölten, I Am (2019) per il Ballet du Rhin, I changed my mind (2022) per la São Paulo Dance Company, Hard to tell (2022) per Marion Barbeau e Antonin Monié, Bolero X (2023) per Ballet BCdi Vancouver (e successivamente, nel 2024, per gli ensemble del Teatro Colón di Buenos Aires e del Teatro Nazionale Slovacco di Bratislava). Nel 2023 ha presentato More Than con la sua compagnia a Tel Aviv, mentre nel 2025 debutta con la sua nuova creazione New Earth, in prima assoluta al Festival Bregenzer Frühling in Austria. Il talento di Binyamini si estende oltre le piattaforme della danza contemporanea: nel 2023 ha collaborato con l’artista SZA, curando la coreografia del video di Snooze, uno dei suoi più grandi successi, dimostrando una straordinaria versatilità nell’unire mondi artistici differenti. Nel 2013, spinto dal desiderio di esplorare il legame profondo tra movimento e principi scientifici, ha fondato TNUDA, un gruppo di ricerca all’avanguardia nato dalla collaborazione con il Prof. Atan Gross del Weizmann Institute of Science. Il successo di TNUDA ha portato alla creazione di un corso di ricerca presso lo stesso Istituto, attivo dal 2014 al 2016 sotto la guida congiunta di Binyamini, Shani Garfinkel e Gross. La sua esperienza accademica include anche un incarico come professore ospite all’UCLA, dove ha lasciato il segno con la creazione Lung per il dipartimento di opera e danza. Il suo contributo eccezionale alla coreografia è stato riconosciuto nel 2021 con il Premio del Ministro della Cultura Israeliano per Coreografi Emergenti, un’onorificenza che ne consacra il valore artistico e il ruolo pionieristico nella ricerca tra danza e scienza.
La compagnia di Shahar Binyamini è formata da straordinari danzatori, principalmente provenienti da Israele, che hanno dedicato il loro talento e la loro sensibilità artistica al linguaggio del movimento da lui sviluppato. La compagnia ha sede presso la House of Dance, nei pressi di Tel Aviv, un'importante istituzione israeliana specializzata nella promozione dell'arte della danza e nel sostegno ai coreografi. Questo centro offre una piattaforma per progetti artistici innovativi, supportando sia talenti emergenti sia artisti già affermati. Per Binyamini, la House of Dance rappresenta un partner prezioso, che rende possibile la realizzazione di opere sperimentali come New Earth. Grazie a questa collaborazione, il coreografo può esplorare nuove forme creative che uniscono danza, luce, musica e spazio, diffondendo il suo lavoro su scala nazionale e internazionale. Inoltre, attraverso una partnership esclusiva con la Zurich University of the Arts (ZHdK), è stato possibile presentare nella sua interezza Bolero X, una creazione monumentale che incarna appieno la sua visione artistica.
Circa, Franui Musicbanda
Sydney Dance Company, Rafael Bonachela
Fattoria Vittadini, Maura Di Vietri
Blanca Li