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68

Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Quartetto SIXE

Biglietti: da 15€ a 30€
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Friday
11
July
2025
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Durata 60 minuti
Musica

Quartetto SIXE

Sinossi

Nel 1975 il flautista Jean-Pierre Rampal si confidò con il compositore francese Claude Bolling: avrebbe tanto voluto suonare jazz, ma la sua formazione era prettamente classica. Da questo desiderio nacque la Suite for Flute and Jazz Piano Trio (nominata per un Grammy lo stesso anno), geniale cross-over tra barocco e jazz che unisce una scrittura classica sempre più libera per la parte del flauto a un trio jazz con pianoforte, contrabbasso e batteria. I musicisti dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, anch’essi provenienti da una formazione classica, ci mostrano che questi due generi non sono poi così distanti.

Crediti

Programma

Quartetto SIXE

Andrea Oliva, flauto

Roberto Arosio, pianoforte

Anita Mazzantini, contrabbasso

Andrea Santarsiere, batteria

musicisti dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Claude Bolling

Suite for Flute and Jazz Piano Trio n. 1

Baroque and Blue

Sentimentale

Javanaise

Fugace

Irlandaise

Veloce

Suite for Flute and Jazz Piano Trio n. 2

Espiegle

Amoureuse

Entr’amis

Vagabonde

Intime

Jazzy

INFORMAZIONI
Si avvisa che le date e gli orari potranno subire variazioni.
Per aggiornamenti consultare il sito www.festivaldispoleto.com

Figura singolare nel panorama musicale del Novecento, Claude Bolling può essere considerato a buon diritto l’inventore del genere definito “crossover”: ovvero di quelle opere musicali che attingono a diversi generi per travalicare specifici linguaggi stilistici della musica e dunque la sua appartenenza a un preciso ambito espressivo.

Le due Suite che ascolteremo oggi rappresentano l’esito più significativo nella parabola creativa del compositore. Nato a Cannes nel 1930, Bolling inizia gli studi musicali all’età di dodici anni e già a quindici anni si esibisce come esecutore di jazz in diversi club. Giovanissimo inizia a collaborare con musicisti jazz di grande rilevanza internazionale, tra i quali Duke Ellington.

Lo stile compositivo di Bolling, che si esplicita in queste Suite, si muove su due piani espressivi: da una parte al solista di provenienza classica viene affidata una parte densa di riferimenti al passato musicale storico in cui convivono elementi del Barocco e dell’epoca classica e nei quali lo strumento – in questo caso, il flauto –  si esprime secondo le sue peculiarità idiomatiche, e al Trio Jazz composto da pianoforte, contrabbasso e percussioni una interazione contrappuntistica di chiara matrice jazzistica. Questa cifra espressiva così caratterizzata nacque in realtà per caso quando Bolling fu invitato nel 1970 a partecipare ad una trasmissione televisiva nella quale si esibì al pianoforte improvvisando, lui jazzista purosangue, assieme ad un pianista di matrice classica come Jean-Bernard Pommier. L’esibizione ebbe un grande successo, suscitando un immediato interesse da parte di altri musicisti classici. Vennero chieste a Bolling nuove composizioni che vedessero agire assieme musicisti classici e musicisti jazz. In particolare, furono il flautista francese Jean-Pierre Rampal, uno dei maggiori di quegli anni, e il chitarrista Alexandre Lagoya a commissionare a Bolling nuove opere che rispondessero a quella precisa cifra espressiva, quella cioè di mantenere nella parte solistica una linea musicale di matrice classica e lasciare al trio il compito di associarsi rispondendo a stilemi jazzistici.

La Suite n. 1 è stata scritta da Bolling per Rampal ed è in sette movimenti tutti percorsi da questo doppio e affascinate binario: musica classica e jazz che si confrontano, si intersecano, si fondono. Il successo fu da subito straordinario e la pubblicazione del disco ebbe un esito trionfale negli Stati Uniti dove rimase nella Top 40 per ben due anni. I sette movimenti si distinguono nettamente uno dall’altro per le diverse atmosfere che suscitano alternando sapientemente climi e situazioni diversi e contrastanti che passano da un tono lirico ed evocativo (come, ad esempio, in quelli intitolati Baroque and Blue e Sentimentale o anche Javanaise che allude sia alla danza parigina denominata “java” che ad una parlata dialettale detta “javanais”) ad altri decisamente ritmici e marcati come il Finale Veloce. La Suite n. 1 per flauto e trio jazz esplicita perfettamente lo stile compositivo inventato da Bolling. Al flauto è affidata una parte di estremo virtuosismo ricalcata sul patrimonio musicale storico dello strumento nella quale, attingendo soprattutto all’epoca d’oro del flauto, il Settecento, rintracciamo stilemi e allusioni allo stile barocco e classico. Al flauto è quindi accostato un vero trio jazz che ha il compito di contrappuntare le linee del flauto in un dialogo serratissimo e accattivante, e di espandersi in vere e proprie incursioni in stretto stile jazzistico. La novità non è solo acustica ma sostanziale, due mondi apparentemente distanti e opposti si integrano e fondono in una unità che lascia intatte le loro specifiche identità. È un piano musicale ambivalente e di straordinaria efficacia. L’effetto è quello di una sorta di “jam session” disciplinata però da un preciso e coerente dettato musicale.

A distanza di dieci anni e ancora una volta dedicata a Jean-Pierre Rampal, Bolling compone la Suite n. 2 per lo stesso organico che tanto efficacemente aveva decretato il successo della Suite n. 1: flauto e trio jazz. Nel concerto odierno ascoltiamo sei degli otto movimenti originali che riducono di molto la durata complessiva della Suite che si attesterebbe altrimenti su circa 50 minuti di musica. Pur sempre accattivante e immediatamente comunicativa, con una parte del flauto che viene portata al massimo livello di virtuosismo, la Suite n. 2 risulta però meno riuscita della precedente ma il fascino e la novità di questo linguaggio “crossover” non mancano ancora oggi di affascinare, convincere e trascinare il pubblico all’applauso convinto.

Il successo riscosso da queste composizioni ebbe da subito un contrappeso critico, oggi del tutto superato, nel severo giudizio dell’ambito “classico” che impedì inizialmente un riconoscimento pieno del valore delle opere di Bolling e che determinò anche una limitazione alla loro diffusione restando escluse dalle stagioni concertistiche classiche. Gli anni sono passati e oggi, senza pregiudizi, possiamo accostarci a queste pagine brillanti, di grande intelligenza e gusto, e godere appieno l’invenzione e l’originalità delle Suite di Claude Bolling.

Testo di Umberto Nicoletti Altimari

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Date & Biglietti

Biglietti: da 15€ a 30€
INFO BIGLIETTERIA
Fri
11
Jul
2025
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12:00
Teatro Caio Melisso Carla Fendi
Corso Mazzini 46
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Orari Evento
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Biografie

Andrea Oliva

Primo flauto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal 2003, nel 2005 ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale di Kobe (primo italiano ad aver ottenuto tale riconoscimento) e il terzo premio al concorso ARD di Monaco e da allora ha iniziato una brillante carriera che lo ha portato a esibirsi nelle sale da concerto e festival più prestigiosi collaborando con orchestre quali: Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, Bamberger Symphoniker, Orchestra NDR di Amburgo, Human Rights Orchestra, Mahler Chamber Orchestra e Chamber Orchestra of Europe. Già membro effettivo dell’Orchestra Giovanile Gustav Mahler, ha frequentato l’Accademia Herbert von Karajan ed è stato invitato, a soli ventitre anni, come Primo flauto ospite dai Berliner Philharmoniker collaborando con direttori quali Abbado, Maazel, Gergiev, Oramo, Jansons e Haitink. Invitato da Claudio Abbado, ha suonato come Primo flauto nell’Orchestra Mozart. Come solista si è esibito diverse volte con l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia diretto da Hogwood, Chung e Pappano. È membro e fondatore del Quintetto di fiati Italiano e de I Cameristi di Santa Cecilia. È docente di flauto al Conservatorio della Svizzera italiana.

Roberto Arosio

Laureato con il massimo dei voti al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, Roberto Arosio dal 1992 al 2000 ha fatto parte del gruppo di studio “Ottorino Respighi” della Fondazione Cini di Venezia, con il quale si perfeziona. Nel 1990 debutta come solista alla Sala Verdi di Milano, eseguendo il Concerto in Sol di Ravel con l’Orchestra Sinfonica di Milano della RAI diretta da Vladimir Delman. Ha tenuto concerti come solista e camerista in Italia, Svizzera, Francia, Germania, Spagna, Polonia, Portogallo, Corea, Giappone, Messico, Stati Uniti, Canada ed Egitto, esibendosi con musicisti quali Bruno Giuranna, Mario Ancillotti, Roger Bobo, Joseph Alessi, Martin Hacklemann, Allen Vizzuti, Philip Smith, Alain Trudel e Velvet M. Brown. Dal ‘92 al ‘96 è stato membro dell’Orchestra Giovanile Europea. Ha collaborato con le orchestre dei Pomeriggi Musicali, Orchestra Verdi di Milano, Orchestra Stabile di Bergamo, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Orchestra della Svizzera Italiana. Ha inciso per la Rivista Amadeus, per Sax Record, Rivo alto, Ediclass, Rainbow e Cristal e ha effettuato registrazioni radiofoniche per la Rai, SSDRS di Zurigo, Radio France, RNE Madrid, Deutschlandradio Berlin e BBC di Londra.

Anita Mazzantini

Ricopre il ruolo di Secondo Contrabbasso con l’obbligo del Primo dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Inizia lo studio musicale all’età di otto anni all’Istituto Musicale “Pietro Mascagni” di Livorno, quindi prosegue alla Scuola di Musica di Fiesole conseguendo, a soli diciassette anni, il diploma. Viene insignita dell’Onorificenza di Benemerita per l’Arte e la Cultura della Repubblica Italiana dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Numerose le collaborazioni con prestigiose orchestre, tra cui gli ensemble del Teatro Comunale di Bologna, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Regio di Parma, Orchestra della Fondazione Toscanini di Parma, I Virtuosi Italiani, London Philharmonic Orchestra, Orchestra Mozart, Mahler Chamber Orchestra e Les Dissonances di Parigi. Dal 2003 al 2006 è membro effettivo dei Festival Strings Lucerne come Primo Contrabbasso con i quali effettua tournée in Europa, Thailandia, Turchia, Nord e Sud America. Dal 2018 è Docente di Contrabbasso alla Scuola di Musica di Fiesole. Suona un contrabbasso Giuseppe Baldantoni, Ancona 1867.

Andrea Santarsiere

Compie gli studi musicali al Conservatorio “Carlo Gesualdo da Venosa” di Potenza e ad Amsterdam con Jan Pustjens, Gustavo Gimeno, Lorenzo Ferrandiz e Nik Woud (Royal Concertgebouw Orchestra). In seguito, è stato selezionato come percussionista dell’Orchestra Giovanile Italiana e della European Union Youth Orchestra. Nel 2004 viene invitato a far parte dell’Orchestra Mozart collaborando con Claudio Abbado e Sir John Elliot Gardner. Nel 2006 vince il Primo Concorso Internazionale di Bari per “Tamburo solista”. Parallelamente allo studio del repertorio classico si è perfezionato nello studio della batteria con Alfredo Golino, Maurizio Dei Lazzaretti e Agostino Marangolo, prendendo parte a numerose Clinic con batteristi di fama mondiale. È stato invitato dal Teatro San Carlo di Napoli, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro alla Scala di Milano, Mahler Chamber Orchestra, London Philharmonic Orchestra e Qatar Philharmonic Orchestra. Dal 2009 è percussionista dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia. Nel 2023- 2024 è stato docente di Strumenti a percussione al Conservatorio “Umberto Giordano” di Rodi Garganico.

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