Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Francesco Di Rosa, Trio Plavens
Spesso nella musica da camera accade qualcosa di magico. Gli strumenti fatti di legno, ottone e crine diventano persone impegnate in conversazioni e duetti: la viola imita il pianoforte, il contrabbasso prende in giro il violino, a volte tutti si alleano contro l’oboe solitario. In questo programma i solisti dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ci mostrano tutta la ricchezza dei dialoghi contenuti nei capolavori della storia della musica, da Schubert, Mozart e Beethoven al compositore argentino Astor Piazzolla e al celebre Gabriel’s Oboe di Ennio Morricone, scritto per il film The Mission con Robert de Niro.
Francesco Di Rosa, oboe
primo oboe dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Trio Plavens
Elisa Scudeller, violino
Giulia Scudeller, viola
Veronica Andrea Nava Puerto, violoncello
allieve dei Corsi di Alto Perfezionamento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Franz Schubert
Trio per archi n. 1 in si bemolle maggiore D. 471
Allegro
Wolfgang Amadeus Mozart
Quartetto in fa maggiore per oboe e archi, K 370
370
Allegro
Adagio
Rondò. Allegro
Ludwig van Beethoven
Trio per archi n. 5 in do minore, op. 9 n. 3
Allegro con spirito
Adagio con espressione (do maggiore)
Scherzo. Allegro molto e vivace. Trio
Presto
Astor Piazzolla
Yo soy Maria per oboe e trio d’archi
Oblivion per oboe e trio d’archi
Ennio Morricone
Gabriel’s Oboe per oboe e trio d’archi
INFORMAZIONI
Si avvisa che le date e gli orari potranno subire variazioni.
Per aggiornamenti consultare il sito www.festivaldispoleto.com
Il Trio n. 1, D. 471 composto da Franz Schubert nel 1816 si compone in realtà del solo Allegro che ascoltiamo in questo concerto. Nulla si sa sulla nascita e sul destino mutilo di questo lavoro per trio d’archi, formazione per altro che aveva conosciuto sul fare della fine del Settecento il suo momento di maggiore attenzione per poi lasciare il posto, nelle opere dei compositori successivi ad altre formazioni di trio in particolare quella con il pianoforte. Ed essendo dunque per soli archi l’Allegro in questione guarda indietro nel tempo rifacendosi dal punto di vista compositivo a Mozart. Schubert è genio bifronte, basterebbe confrontare questo Allegro di sapiente e accurata fattura con il coevo Quartetto per archi in mi maggiore per sospettare che le opere siano di due compositori in tutto e per tutto diversi tale è lo scavo espressivo di quest’ultimo se raffrontato al semplice, lineare e gradevole fluire dell’Allegro D. 471. Possiamo immaginare che questa breve pagina sia una delle tante scritte da Schubert per le serate di intrattenimento musicale con amici e colleghi che a Vienna vennero identificate come “schubertiadi”.
Con il Quartetto in fa maggiore K 370 per oboe e archi di Wolfgang Amadeus Mozart siamo invece di fronte ad un esito compiuto e significativo. Siamo nel 1781 e Mozart ha appena varato l’opera Idomeneo, sta per abbandonare i legami con Salisburgo e il suo arcivescovo, e ha vissuto un’esperienza musicale importantissima frequentando l’ambiente di Mannheim, sede nella quale agiva un’orchestra di virtuosi che aveva messo a punto uno stile esecutivo all’epoca nuovissimo e straordinario e che si esplicitava in un uso più marcato delle dinamiche espressive e della bravura – in senso squisitamente tecnico – dei musicisti, dando luogo ad esecuzioni strumentali di estrema brillantezza e dinamismo. Il modello per questa composizione è quello dei Quartetti per flauto e archi K. 285, 285b e 298 dello stesso Mozart e composti alcuni anni prima (1777-1778). In particolare, il Quartetto per oboe si distingue per il rilievo dato allo strumento a fiato in ragione della destinazione dell’opera alle capacità di Friedrich Ramm, uno dei maggiori virtuosi dello strumento di quell’epoca e che pone questo lavoro in una luce più originale rispetto ai modelli per flauto già citati. Vi si nota uno spicco di carattere concertante per la parte dell’oboe e in generale uno spessore strumentale che annunciano altre grandi pagine del compositore, si pensi al Quintetto con clarinetto, di là da venire. Il primo movimento (Allegro) si apre con un tema dell’oboe su una linea ascendente e in generale lo strumento a fiato resta protagonista in tutto il movimento percorso da un solo tema principale sottoposto a varie trasformazioni. Il breve Adagio in re minore sembra, nella sua pienezza espressiva rispondere alle caratteristiche di Friedrich Ramm, noto a suo tempo proprio per l’intensità con la quale sapeva restituire gli adagi. Il Trio si conclude con un Rondò, nel quale però le diverse idee vengono sottoposte da Mozart ad un gioco delle variazioni di altissima fattura ed eleganza.
Ultimo dei Trii per archi che compongono l’op. 9 di Beethoven, il Trio n. 3 si distingue per una sua specifica originalità che conferma l’avvenuta maturità e sicurezza del giovane Beethoven. La tonalità di do minore conferisce all’intera composizione un tono particolare che rimanda a composizioni più tarde per l’aspetto affermativo della scrittura in cui si intravede quel piglio “eroico” che sarà di tante grandi composizioni di Beethoven e inoltre lo scorrere della scrittura testimonia di quanto i tre strumenti abbiano, in questo trio, una dignità al singolare e un peso omogeneo che rappresenta anche esso un punto d’arrivo e che discosta il Trio op. 9 n. 3 dai modelli precedenti, nei quali il retaggio barocco imponeva dosaggi assai diversi. In particolare, il primo movimento Allegro con spirito sembra avventurarsi in soluzioni molto originali sia nelle idee musicali e armoniche sia nella struttura interna. Il contrasto delle idee, quella dialettica tra diversi spunti che è cifra identificativa di Beethoven percorre anche gli altri tre movimenti cosicché tutta la composizione sembra animata da un dinamismo, da una urgenza espressiva che rimandano ad esiti di là da venire.
La formazione di Trio con oboe e archi, per la sua versatilità è anche assai adatta a recepire trascrizioni di brani destinati ad altri ensemble, per cui ritrovare nel repertorio eseguito quest’oggi pagine di Astor Piazzolla non deve sorprendere. Il caso Piazzolla è del tutto unico. Il musicista argentino, di origini italiane, si è imposto come tra i massimi autori di musiche ispirate al Tango e alla Milonga cioè a quei generi “autoctoni” e fortemente legati all’”humus” sociale delle grandi città argentine in particolare Buenos Aires. Sul Tango ci sono fiumi di letteratura e molto si può apprendere su questa danza così complessa, affascinante e densa di implicazioni. Piazzolla ha avuto il merito e la bravura di far diventare le musiche destinate al ballo dei veri e propri classici, riferimenti espressivi e sentimentali, di un ambiente, di una visione della vita, rendendoli universali. Ascoltiamo in questo concerto due pagine esemplari dell’ampia produzione di Astor Piazzolla, Yo soy Maria è una vera e propria aria di carattere operistico tratta dalla sua opera/tango (non a caso) Maria de Buenos Aires, e Oblivion altro tango scritto da Piazzola per la colonna sonora del film di Marco Bellocchio Enrico IV ed una pagina struggente e densa di sentimento nostalgico.
Il programma si conclude con una gemma, questa in particolare, creata dalla prolifica penna per il cinema di Ennio Morricone: Gabriel’s oboe, anch’essa trascritta per solista e trio d’archi e tratta dalla colonna sonora del film Mission di Roland Joffé, melodia divenuta un “hit” universale per la sua straordinaria bellezza musicale e quella qualità sempre immediata nella musica di Morricone di incidersi permanentemente nel nostro immaginario.
Testo di Umberto Nicoletti Altimari
Primo oboe nell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dal 1994 al 2008 è stato primo oboe dell’Orchestra del Teatro alla Scala. Secondo al concorso “Jugendmusik Wettbewerb 1988” di Zurigo è stato diretto dai più celebri direttori d’orchestra, tra cui Abbado, Chailly, Gatti, Maazel, Metha, Gergiev e Chung. Unico oboista italiano con i Berliner Philharmoniker, ha insegnato alla Guildhall School di Londra, Royal College di Manchester, Stanford University, Toho Graduated School di Tokyo, Conservatorio di Valencia, Università di Stoccarda, Conservatorio di Pechino, Università di Bogotá, Conservatorio di Città del Messico, Oboe Fest di Belgrado e nei principali Conservatori italiani. Ha inciso per Emi, Thymallus, Bongiovanni, Preiser Records, Tactus, Dad Records, Aulia, Brilliant e la rivista Amadeus. Insegna oboe ai corsi dell’Accademia di Santa Cecilia e al corso di Alta Formazione Solo Music dell’Accademia Filarmonica di Bologna.
Nata nel 2001, ha iniziato le prime lezioni di violino all’eà di cinque anni col M° Cristescu e si e diplomata col massimo dei voti e la lode al Conservatorio di Padova all'età di quindici anni sotto la guida del M° Glauco Bertagnin. A febbraio 2019 ha conseguito con il massimo dei voti il diploma in Master di II livello col M° Grubert presso il Conservatorio di Padova e nello stesso mese il diploma di Triennio Accademico con eccellente e menzione speciale della giuria all'Accademia Perosi di Biella ottenendo una borsa di studio. Ha inoltre ottenuto una borsa di studio nel Consevatori Superior del Liceu (Barcellona), dove a giugno 2021 ha terminato un Master in interpretazione musicale con il M° Corrado Bolsi. Sempre nello stesso mese ha ottenuto con Eccellente il diploma in Master di Virtusité all’Accademia L. Perosi di Biella sotto la guida del M° Pavel Berman. A ottobre 2021 si è diplomata in canto al conservatorio B. Maderna di Cesena e a dicembre 2022 ha ottenuto il diploma di Master al Conservatori Superior del Liceu con il M° Oriol Rosés Palacios. Ha studiato per diversi anni all’Accademia W. Stauffer di Cremona sotto la guida del M° Salvatore Accardo e ora frequenta il corso di musica da camera con il M° Ivan Rabaglia all’Accademia Santa Cecilia a Roma. Si è perfezionata con i maestri Bron, Kushnir, Dogadin, Marcovici, Vernikov, Volochine, Krylov, Baraldi, Moccia, Marin, Girshenko e Curtolo. Suona in formazioni cameristiche tra cui in duo con sua sorella Giulia, con la quale ha partecipato a numerosi festival nazionali e internazionali e ha vinto numerosi concorsi, e in duo con il pianista spagnolo Miquel Esquinas Martinéz, con il quale ha suonato lo scorso novembre al prestigioso Festival LifeVictoria all’Hospital de San Pau e all’Auditori Felip Pedrell di Tortosa. Ha vinto numerosi premi speciali e concorsi nazionali e internazionali tra i quali il premio “Città di Fermo” per la migliore esecuzione di un capriccio di Paganini al Concorso Internazionale Andrea Postacchini 2024, il premio speciale “Johannes Brahms” per la miglior esecuzione di un opera di Brahms all’International Johannes Brahms Competition 2024, il primo premio al Crescendo International Music Competition di New York, grazie al quale si è esibita a febbraio 2018 nella Canergie Hall come solista e in duo con la sorella, e il primo premio assoluto all’Eurasian Music Games 2017 di Astana in Kazakhstan dove è stata la prima ed unica europea a raggiungere questo risultato. Su invito dell’Ambasciatore Italiano in Kazakhstan Stefano Ravagnan è stata chiamata a rappresentare la Regione Veneto come solista e in duo con la sorella all’EXPO 2017 di Astana. Ha tenuto inoltre concerti nella National University of Arts di Astana, suonando nella Great Hall e nella Chopin Hall e nel Padiglione Italia dell’EXPO. Ha vinto l’audizione per il ruolo di spalla dei secondi violini dell’Orchestra Regionale Toscana, con la quale ha lavorato fino a dicembre 2022 e per il ruolo di spalla dei primi violini dell’Orchestra Talenti Musicali della Fondazione CRT di Torino. È stata inoltre spalla dell'Orchestra Sinopoli, con cui ha tenuto il Concerto di Natale 2016 al Senato sotto la direzione del M° Gianna Fratta alla presenza del Presidente della Repubblica e delle maggiori cariche civili e religiose italiane. A settembre 2018 si è esibita come solista suonando il Concerto n° 5 di Mozart al Teatro Bellini di Catania e al Teatro Rossi di Macerata e a dicembre 2019 ha suonato, sempre da solista, nella Sala della Regina alla Camera dei Deputati. Si è esibita come solista con altre orchestre o ensembles tra cui i “Solisti Veneti”, i “Musici di Parma”, l’orchestra sinfonica del conservatorio di Padova e l’orchestra “Zinaida Gilels”. Suona un violino Giovanni Grancino del 1700.
Si è diplomata a quindici anni in violino al Conservatorio di Milano e a diciassette in viola con il massimo dei voti sotto la guida del M° Zaltron. A febbraio 2019 ha conseguito il Master di II livello sul Repertorio Concertistico per violino con il M° Ilya Grubert al Conservatorio Pollini di Padova e a ottobre 2020 ha ottenuto il Master of Art in Music Performance con il M° Berman presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano. Ha studiato inoltre presso l'Accademia “L. Perosi” di Biella con il M° Berman e presso l'Accademia “W. Stauffer” di Cremona con il M° Accardo. Si é perfezionata con i maestri Moccia, Marin, Angeleri, Carlini e Cusano. All’età di dieci anni ha suonato come solista nella sala Michelangeli del Conservatorio di Bolzano con l'orchestra Monteverdi diretta dal M° Emir Saul. Ha vinto numerosi primi premi assoluti in Concorsi Nazionali ed Internazionali e si è esibita in numerose occasioni come solista, tra cui: Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia, nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano, nella sala Chopin a Napoli e nella sala Maffeiana del Teatro Filarmonico di Verona. Nel 2017 ha suonato come solista e in formazione da camera nella Great Hall e nella Chopin Hall della National University of Arts di Astana in Kazakhstan. Inoltre è stata invitata a esibirsi come rappresentante della Regione Veneto nel Padiglione Italia dell’EXPO 2017 di Astana. È spalla delle viole dell'Orchestra Sinopoli, con cui ha tenuto il Concerto di Natale 2016 al Senato sotto la direzione del M° Gianna Fratta alla presenza del Presidente della Repubblica e delle maggiori cariche civili e religiose italiane. Nel 2019 é risultata vincitrice di una Borsa di Studio indetta dai Solisti Veneti che le ha permesso di esibirsi da solista con l'orchestra all'Auditorium Pollini del Conservatorio di Padova. Ad aprile 2021 vince il concorso per il ruolo di Concertino presso l'Orchestra del Friuli Venezia Giulia, risulta inoltre idonea presso l’European Union Youth Orchestra (EUYO), la Gustav Mahler Jungen Orchestra e il Teatro Massimo di Palermo, sia nel 2022 che nel 2023. Nel 2022 è stata ammessa all’Accademia Santa Cecilia nella classe di musica da camera del M° Ivan Rabaglia.
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