Gira il tuo Smartphone
(o allarga la finestra del tuo browser)
Turn your Smartphone
(or enlarge your browser window)
Logo new website Molteni Vernici
68

Sandrine Piau

Concerti di mezzogiorno

Biglietti: da 15€ a 30€
Acquista
Tickets
Acquista
prenota
da
Saturday
28
June
2025
ore
12:00
da
2025
ore
a
Saturday
28
June
Ore
12:00
da
2025
ore
da
2025
ore
da
2025
ore
da
2025
ore
Durata 60 minuti
Musica

Sandrine Piau

Sinossi

Voce che racconta una storia, che sussurra, che intona una ninna nanna. Lo strumento più comune è anche quello che ci tocca di più: si apre il ciclo dei concerti di mezzogiorno dedicati al repertorio per voce e pianoforte. Per il soprano Sandrine Piau, questo programma di Lieder è una promessa di nuovi orizzonti, un invito al viaggio e alla scoperta: dalle melodie popolari greche di Ravel alla storia del Re degli Elfi di Schubert e alla Bella Addormentata secondo Debussy. Dopotutto, “incantesimo” e “canto” hanno la stessa etimologia.

Produzione Spoleto Festival dei Due Mondi

Concerto realizzato anche grazie al contributo dei Mecenati del Festival dei Due Mondi

Con il patrocinio dell'Ambasciata di Francia in Italia

Crediti

Programma

Sandrine Piau, soprano

David Kadouch, pianoforte

Richard Strauss

Wiegenlied op. 40 n. 1

Hugo Wolf

Begegnung

Verborgenheit

Auf ein Altes Bild

Franz Schubert

Ihr Bild da Schwanengesang D 957

Clara Schumann

Ich stand in dunklen Träumen

Die Lorelei

Scherzo n. 2

Franz Schubert

Erlkönig

Claude Debussy

La belle au bois dormant

Lili Boulanger

Clairières dans le ciel

Vous m’avez regardé de toute votre âme

Cortège

Si tout ceci n’est qu’un pauvre rêve

Henri Duparc

L’invitation au voyage

La vie Antérieure

Maurice Ravel

Cinq Mélodies populaires grecques

Chanson de la Mariée

Là bas vers l’église

Quel galant m’est comparable

Chanson des cueilleuses de Lentisques

Tout gai!

INFORMAZIONI
Si avvisa che le date e gli orari potranno subire variazioni.
Per aggiornamenti consultare il sito www.festivaldispoleto.com

Testo di Elisabetta Fava

Lied, mélodie, pesnja, song: l’invenzione di un canto per voce e pianoforte che segua vie alternative alla vocalità operistica e si stringa in binomio con la poesia scelta si irradia dal tedesco ad altre lingue e altri repertori, sempre con l’obiettivo di perfezionare l’intesa fra la curva melodica e l’andamento del testo, con le sue specificità foniche e prosodiche. Il Liederabend di questa sera offre un’occasione di confronto fra due tradizioni, quella austro-tedesca e quella francese, spaziando da Schubert a Wolf, concentrandosi sulle sperimentazioni di Debussy, Ravel, Duparc, e includendo pagine meno note come quelle di Clara Wieck e di Lili Boulanger. Figure di leggenda, come Lorelei, il re degli elfi o la bella addormentata, si alternano a momenti di sogno o meditazione, che rimandano a quadri (Auf ein altes Bild) o volti amati e indimenticabili (Ihr Bilde Ich stand in dunklen Träumen, sulla stessa poesia di Heine); e la scrittura aspra che già si affaccia sul Novecento (Verborgenheit) si confronta con la ripresa di arcaismi che suonano ormai moderni e un poco stranianti.

La pagina d’apertura, Wiegenlied di Richard Strauss, è tra le più celebri della letteratura liederistica: sul delicato arpeggiare del pianoforte, la voce stende la carezza di una melodia che sembra non voler più finire, cullandosi sul filo di arabeschi sovrappensiero. Le tre pagine di Hugo Wolf che vengono proposte provengono da un fascicolo di cinquantatré Lieder, tutti su testo di Eduard Mörike, composti di getto nel 1888, dopo mesi in cui Wolf, provato dalla morte del padre, non aveva composto una sola nota. In questa sorta di ritorno alla vita, e definitiva scoperta della propria vocazione di liederista, Wolf crea pagine ardenti, come Begegnung, con la corsa dei due innamorati l’uno fra le braccia dell’altro, ma anche schegge di inconsolabile mal di vivere, come Verborgenheit, “nascondimento”, e quadretti come Auf ein altes Bild, con la scrittura corale riprodotta al pianoforte e le velate dissonanze che incrinano l’idillio apparente. Franz Schubert e Clara Wieck Schumann intonano una stessa poesia di Heine in cui l’innamorato insonne rivede il volto dell’amata. Schubert sacralizza quest’immagine ricorrendo a una tipica scrittura paraliturgica, in accordi (analoga a quella che Wolf utilizza decenni dopo per Auf ein altes Bild, che però si riferisce a un quadro di Madonna e Bambino). Clara Schumann invece dà agli stessi versi una palpitazione più amorosa, che si riflette nel pulsare degli accordi al pianoforte e nelle tenere anse della voce. Ancora su versi di Heine, Die Lorelei fissa l’immagine della sirena che pettina i lunghi capelli biondi sulla rupe del Reno da cui incanta i naviganti con le sue melodie di bellezza ultraterrena; la pulsione degli accordi al pianoforte sembra memore dell’ansia dell’Erlkönig di Schubert e accompagna la sfortunata navicella a schiantarsi contro gli scogli. Anche la parte centrale di questa Lorelei pare aver imparato da Schubert a inserire dentro il Lied melodie “al quadrato”, proprio come nel Re degli elfi, in cui la cavalcata del padre disperato col figlio nella notte di tempesta viene interrotta dalla dolcezza melliflua del canto con cui il re degli elfi seduce il bambino: la morte viene quindi da un desiderio insaziabile, un’aspirazione all’infinito che schianta il cuore.

Nel cuore del recital c’è un brano pianistico: il secondo Scherzo di Clara Wieck, frutto della scienza pianistica dell’autrice e del continuo, fecondissimo scambio di idee con il marito Robert Schumann, con cui si avverte la continuità stilistica, specie nello slancio appassionato della melodia (mentre in alcuni passi di arpeggi leggeri e nella sezione centrale trapela la dimestichezza con gli Scherzi di Chopin).

La seconda parte del concerto vira verso la Francia, a partire da La belle au bois dormant di Claude Debussy, scritta nel 1890 su una poesia di Vincent Hyspa, artista dalle mille risorse, cantante, compositore, scrittore, attore, che aveva attirato anche l’attenzione di Erik Satie. La narrazione scorre su un flutto di arpeggi a cui le continue incursioni nelle armonie modali imprimono un tono cantilenante, di leggenda antica; ogni strofa termina con un ritornello (Dormez au bois) che si modifica solo sul finale. Sorella della grande didatta Nadia, Lili Boulanger era compositrice dotatissima, bambina prodigio, virtuosa di diversi strumenti, ma di salute estremamente fragile: nata nel 1893, morì nel 1918, appena ventiquattrenne. Nel 1913 aveva vinto l’ambito Prix de Rome, prima donna ad aggiudicarselo; i critici avevano subito ammirato in lei la qualità della melodia, semplice e intensa, tanto più evidente nella produzione cameristica. Il ciclo Clairières dans le ciel (1913-14) raduna tredici poesie di Francis Jammes, tra cui Vous m’avez regardé de toute votre âme, in cui l’oscillare del disegno pianistico sembra riprodurre il battito di ciglia sotto cui lo sguardo lampeggia, intenso; mentre Si tout ceci n’est qu’un pauvre rêve, dedicato “à mon grand ami Tito Ricordi”, comincia come un’eco del terzo atto del Tristano e Isotta, filtrata attraverso il pianismo di Debussy. Presentato qui nella versione originaria per pianoforte solo, Cortège è dello stesso periodo: su un ritmo indefettibile del basso, la mano destra volteggia libera, screziando le linee con piccole anomalie modaleggianti che suonano nuove e antiche al tempo stesso.

Anche Henri Duparc ebbe la vita tormentata da una salute precaria, a cui si aggiunse un’insoddisfazione inguaribile nei confronti dei propri lavori. Dalla distruzione a cui ne condannò gran parte sopravvivono alcune splendide melodie da camera, tra cui L’invitation au voyage, celebre pagina dei Fiori del male, musicata nel 1870, mentre infuriava la guerra franco-prussiana, come a cercare nell’arte un baluardo e la promessa di un’evasione verso le terre lontane dove «tutto è ordine e bellezza, / lusso, calma e voluttà». Sempre da Baudelaire, La vie antérieure sollecita una scrittura maestosa, ma al tempo stesso cangiante e sensibilissima, capace di trasferire in esperienza sonora l’evocazione di un mondo di colori, di basalti, di profumi, che inonda l’animo di desiderio.

Maurice Ravel amava esplorare il repertorio popolare e le Cinq mélodie populaires grecques lo testimoniano una volta di più: furono abbozzate in poche di ore nel 1906, per una conferenza dell'amico musicologo Michel Calvocoressi (figlio di greci). La Chanson de la mariée, tutta immersa in uno scampanio sovracuto (singolarmente anticipatore di un celebre preludio di Rachmaninov), evoca la sovreccitazione di una sposa che si abbiglia la mattina delle nozze. Là-bas, vers l'église rivede mestamente scorrere i caduti in battaglia, su armonie di sapore arcaico; un poco di isterismo traspare dal dandy di Quel galant m'est comparable, col pianoforte che saltella in staccato. La Chanson des cueilleuses de lentisques riflette il ritmo di lavoro nel ripetersi cadenzato di una quinta vuota, come sovrappensiero; mentre il brevissimo Tout gai (Tutto allegro) freme in un irrefrenabile desiderio di danza, mentre con il suo scoppiettante “tra-la-la” il canto dimostra un'ennesima volta quanto la semplicità non significhi mai, per Ravel, prevedibilità.

scarica pdf

Date & Biglietti

Biglietti: da 15€ a 30€
INFO BIGLIETTERIA
Sat
28
Jun
2025
ore
12:00
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
Palazzo Due mondi
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
Palazzo Due mondi
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
ore
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
Orari Evento
28 Giugno
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
19:45
20:45
29 Giugno
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
19:45
20:45
30 Giugno
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
19:45
01 Luglio
10:00
11:00
12:00
13:15
14:15
15:30
16:30
17:45
20:30
21:30
02 Luglio
10:00
11:00
12:00
13:15
14:15
17:30
18:30
19:45
20:45
21:45
04 Luglio
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
19:45
20:45
05 Luglio
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
19:45
20:45
06 Luglio
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
19:45
20:45
07 Luglio
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
19:45
20:45
08 Luglio
10:00
11:00
12:00
13:00
14:15
15:15
16:30
17:30
18:30
20:45
21:45
09 Luglio
10:00
11:00
12:00
13:00
14:15
17:30
18:30
19:45
20:45
21:45

Playlist

Immagini

No items found.

Immagini

No items found.

Biografie

Sandrine Piau

Fra i soprano più acclamate sulla scena internazionale. Riconosciuta principalmente per la sua straordinaria interpretazione del repertorio barocco, ha conquistato il plauso del pubblico e della critica non solo in Europa, ma anche in Giappone, negli Stati Uniti e in Australia. Nel corso della sua carriera ha collaborato con direttori di fama mondiale, tra cui William Christie, Philippe Herreweghe, Christophe Rousset, Gustav Leonhardt, Sigiswald Kuijken, Emmanuelle Haïm, Jean-Christophe Spinosi, Rinaldo Alessandrini, Jean-Claude Malgoire, Paul McCreesh, Ton Koopman, René Jacobs, Marc Minkowski, Fabio Biondi, Michel Corboz e Louis Langrée. Tra marzo e maggio 2022, è stata protagonista del Requiem di Mozart, messo in scena da Romeo Castellucci, nell’ambito del Wiener Festwochen e del Théâtre de la Monnaie di Bruxelles, sotto la direzione di Raphaël Pichon. Tra i suoi più recenti successi si annoverano il ruolo della Madre nella prima mondiale di Innocence di Kaija Saariaho al Festival di Aix-en-Provence, il ritorno alla Wigmore Hall accanto al pianista David Kadouch e le interpretazioni di Titania in A Midsummer Night’s Dream di Britten, Dalinda in Ariodante e Despina in Così fan tutte, sempre ad Aix-en-Provence. Si è esibita, inoltre, in Arminio e Rinaldo di Händel a Parigi e Vienna, nel ruolo del titolo in Alcina alla Dutch National Opera e a Bruxelles, in quello di Sœur Constance nei Dialogues des Carmélites a Parigi, Mélisande a Bruxelles e Nizza, e Pamina a Bruxelles, Montpellier e Parigi. Ha debuttato come Donna Anna in Don Giovanni al Théâtre des Champs-Élysées, interpretato Héro in Béatrice et Bénédict di Berlioz all’Opéra Comique e affrontato ruoli come Ottone in Ottone in Villa di Vivaldi a Londra e il Messia a Berlino. Nel suo repertorio figurano anche Dalinda in Ariodante, ruolo che ha ripreso ai festival di Salisburgo, Aix e Monte Carlo, Rinaldo a Parigi e Dialogues des Carmélites a Bruxelles e al Teatro Comunale di Bologna. Al Parco della Musica di Roma ha inaugurato la stagione di musica da camera dell’Accademia di Santa Cecilia con Il Giardino Armonico, in un programma interamente dedicato a Haydn. Ospite abituale del Théâtre des Champs-Élysées, del Théâtre du Châtelet di Parigi e del Grand Théâtre de Genève, ha interpretato numerosi ruoli mozartiani, tra cui Ismène in Mitridate, Re di Ponto, Pamina in Die Zauberflöte e Servilia in La clemenza di Tito (Malgoire/Constant). Altri ruoli includono Mélisande in Pelléas et Mélisande, Titania in A Midsummer Night’s Dream di Britten (Bedford/Carsen) all’Opéra di Bordeaux, Annchen in Der Freischütz di Weber diretta da Myung-Whun Chung e Attalante in Xerxes di Händel (Rousset/Hampe) a Montpellier e al Festival di Dresda. In Italia, Sandrine Piau si è esibita in recital e ha inaugurato la stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI con Pelléas et Mélisande. Ha partecipato al Maggio Musicale Fiorentino (L’Enfant et les Sortilèges di Ravel sotto la direzione di Myung-Whun Chung), al Teatro Massimo di Palermo (Scarlatti con Fabio Biondi), all’Auditorium di Torino (Die Schöpfung di Haydn con Daniel Harding), al Festival Mozart di Rovereto (Messa in do maggiore di Mozart con Ivor Bolton), oltre che a Cagliari (Die Zauberflöte), al Teatro Comunale di Bologna (Béatrice et Bénédict) e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, dove ha preso parte alla riscoperta moderna di Silla di Händel con Europa Galante sotto la direzione di Fabio Biondi. La sua attività concertistica l’ha portata a esibirsi in alcuni dei più prestigiosi festival e teatri del mondo, tra cui il Festival di Salisburgo, il Covent Garden, il Festival di Montreux e il Concertgebouw di Amsterdam. Con i Berliner Philharmoniker ha interpretato Jeanne d’Arc au Bûcher di Honegger sotto la direzione di Kurt Masur, A Midsummer Night’s Dream di Mendelssohn all’Opéra Bastille, Die Schöpfung alla Salle Pleyel di Parigi con Frans Brüggen e l’Oratorio di Natale di Bach a Parigi con l’Ensemble Orchestral de Paris. Dotata di una vasta discografia, ha inciso opere come The Fairy Queen di Purcell, Les Indes Galantes, Castor et Pollux e Pygmalion di Rameau, le Cantate di Alessandro Scarlatti con Gérard Lesne e diversi lavori di Händel, tra cui Messiah, Scipione, Riccardo Primo e Rodrigo, sotto la direzione di Fabio Biondi. Ha inoltre registrato Mitridate, Re di Ponto di Mozart, le Mélodies di Maurice Delage e Cendrillon di Pauline Viardot. In esclusiva per l’etichetta Naïve, ha pubblicato album come Clair-Obscur (con musiche di Berg, Strauss, Zemlinsky), Si j’ai aimé (Saint-Saëns, Duparc, Berlioz, Massenet), Desperate Heroines (Mozart), Le Triomphe de l’Amour (Rameau, Grétry) e Mozart Arias con il Freiburger Barockorchester. A questi si aggiungono Chimère e Après un Rêve, un acclamato album dedicato a Händel e un’incisione dei Motetti di Vivaldi con Ottavio Dantone. Prima artista francese a ricevere il prestigioso Handel Society Award a Londra, Sandrine Piau continua a distinguersi come una delle interpreti più raffinate e apprezzate del repertorio operistico e barocco.

Eventi correlati

Eventi nella stessa Categoria

68

PROGRAMMA COMPLETO
Concerto finale

Budapest Festival Orchestra, Iván Fischer

13
July
2025
Piazza Duomo
5
July
2025
Palazzo Collicola
China Moses

Jazz Club

11
July
2025
Palazzo Collicola